Ben 24 miliardi di euro che rappresentano un primo mattone del Recovery Fund. Sono i fondi stanziati dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in legge di Bilancio per il Piano Nazionale Transizione 4.0.
Misure che diventano strutturali
Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 è il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano. L’investimento consiste in circa 24 miliardi di Euro per una misura che diventa strutturale e che vede il potenziamento di tutte le aliquote di detrazione e un importante anticipo dei tempi di fruizione.
Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 si pone due obiettivi fondamentali:Stimolare gli investimenti privati e dare stabilità e certezze alle imprese con misure che hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023.
I nuovi crediti d’imposta sono previsti per 2 anni e la decorrenza della misura è anticipata al 16 novembre 2020. È inoltre confermata la possibilità, per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31/12/2022, di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei 6 mesi successivi (quindi, entro giugno 2023).
Per gli investimenti in beni strumentali “ex super” e in beni immateriali non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro, il credito d’imposta è fruibile in un anno;
È ammessa la compensazione immediata (dall’anno in corso) del credito relativo agli investimenti in beni strumentali. Per tutti i crediti d’imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni in luogo dei 5 anni previsti a legislazione vigente.
E’ prevista anche una maggiorazione dei tetti e delle aliquote (Beni materiali e immateriali) con un incremento dal 6% al 10% per tutti del credito beni strumentali materiali (ex super) per il solo anno 2021, un incremento dal 6% al 15% per investimenti effettuati nel 2021 per implementazione del lavoro agile e la estensione del credito ai beni immateriali non 4.0 con il 10% per investimenti effettuati nel 2021 e al 6% per investimenti effettuati nel 2022.
E’ prevista inoltre una maggiorazione dei tetti e delle aliquote (Beni materiali 4.0): Per spese inferiori a 2,5 milioni di Euro una nuova aliquota al 50% nel 2021 e 40% nel 2022, per spese superiori a 2,5 milioni di Euro e fino a 10 mln una nuova aliquota al 30% nel 2021 e 20% nel 2022 mentre per le spese superiori a 10 milioni di Euro e fino a 20 milioni è stato introdotto un nuovo tetto: aliquota al 10% nel 2021 e nel 2022.
E’ prevista anche una maggiorazione dei tetti e delle aliquote (Beni immateriali 4.0) con un incremento dal 15% al 20% ed un massimale da 700 mila Euro a 1 milione di Euro.
Attenzione anche a Ricerca & Sviluppo, Innovazione, Design e Green: per i settori di R&S un incremento dal 12% al 20% e massimale da 3 milioni a 4 milioni di Euro; per la innovazione tecnologica un incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni, per la innovazione green e digitale un incremento dal 10% al 15% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni e per il Design e ideazione estetica un incremento dal 6% al 10% e massimale da 1,5 milioni a 2 milioni.
Nell’ambito delle misure comprese nel Credito Formazione 4.0 è prevista la estensione del credito d’imposta alle spese sostenute per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori, riconosciuto nell’ambito del biennio interessato dalle nuove misure (2021 e 2022).
Interessanti prospettive per le imprese pugliesi
Una serie di misure che possono essere un vero e proprio toccasana per le piccole e medie imprese e le start-up della Puglia, visto l’ampio spettro d’azione del Piano Transizione 4.0, che abbraccia gli investimenti in beni strumentali, materiali e immateriali 4.0, formazione 4.0 di dipendenti e imprenditori, punta su ricerca e sviluppo, innovazione, design, ideazione estetica e green economy.
“Questi finanziamenti sono destinati ad investimenti che possano creare quel valore aggiunto per rendere le nostre imprese pugliesi sempre più competitive sui mercati – dichiara il deputato Emanuele Scagliusi, capogruppo M5S in Commissione Infrastrutture e Trasporti – Proprio in questa direzione va il potenziamento di Transizione 4.0, che ora diventa strutturale. Si tratta di un percorso partito da lontano, nato dal confronto con le categorie produttive. Con questo Piano Nazionale raggiungiamo due obiettivi fondamentali: stimolare gli investimenti privati con una maggiorazione delle aliquote nonché dare stabilità alle categorie produttive con un pacchetto di misure ampio e pluriennale”.
“Abbassiamo le tasse alle nostre imprese già dal 2021 – prosegue Scagliusi – incentivando l’acquisto di beni durevoli e garantendo il supporto agli investimenti. Tra le tante azioni, abbiamo ampliato dal 6% al 10%, passando da un ammortamento da 5 a 3 anni, tutte le spese fatte in beni strumentali. Per tutte le aziende che hanno un fatturato fino a 5 milioni di euro, il credito d’imposta del 10% sarà utilizzabile immediatamente nell’anno con conseguentemente maggiore liquidità per l’impresa”.
Con il Piano Transizione 4.0, le imprese pugliesi potranno avvalersi pertanto di una serie di misure che varranno per i prossimi due anni, con la conferma della possibilità, per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31 dicembre 2022 di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei 6 mesi successivi (quindi, entro giugno 2023).
Un importante passo verso il rilancio dell’economia nazionale”, conclude Scagliusi .