«Il medico pietoso fa la piaga verminosa. Il male si aggrava in maniera irrimediabile quando non si trova il coraggio di adottare i provvedimenti e quando soprattutto si abdica alle propria funzione di governo e politica strategica per dire sempre e comunque, che è colpa di altri. Su ILVA è tempo di decisioni ferme e realizzabili, sia che la si voglia cancellare come sito produttivo (come vorrebbero alcuni), sia la si voglia rendere moderna e competitiva anche sul fronte occupazionale e ambientale.»
Così Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto, che dopo le dichiarazioni del Ministro Di Maio richiama un antico detto popolare per porre l’attenzione sulla cronicità di una vicenda che non può più permettersi tempi morti.
«Sono stati chiesti tutti i pareri possibili – continua Peluso – sull’ultimo, quello dell’Avvocatura dello Stato peraltro commentiamo alla cieca, senza sapere esattamente i dettagli di quel documento consegnato nelle mani del Ministro Di Maio. Ora si passi alle decisioni com’è nelle prerogative di chi ha l’onere e l’onore di governare un Paese. Chi governa deve assumere decisioni e questo continuo rimando di responsabilità ad altri, consegna ai tarantini l’ennesima grottesca visione sul proprio futuro.
I tarantini dunque, secondo il segretario della CGIL, vengano innanzitutto messi nella condizione di conoscere esattamente i particolari del parere espresso dall’organo legale dello Stato, dopodiché si proceda celermente all’individuazione di una soluzione certa dell’eterna vertenza. Lo abbiamo già detto a più riprese – continua Peluso – il Governo si prenda il tempo necessario, chieda tutti i pareri che ritiene opportuni, dopodiché, però, decida e dica chiaramente se quella fabbrica rimane sito strategico per il manifatturiero industriale di questo paese, o occorre indietreggiare su quel fronte, e se si con quale piano alternativo di sviluppo, salvaguardia ambientale, certezza delle bonifiche e tenuta occupazionale. Il resto è un traccheggiare nelle decisione che fa male a tutti, ma a Taranto e ai tarantini in particolare.
Il Ministro potrà raccontarci quello che vuole, e anche sfuggendo alla responsabilità della sua funzione di Governo, in realtà non potrà sfuggire al giudizio di una comunità – conclude il segretario della CGIL di Taranto – che si attende parole chiare e finalmente un atto politico deciso.»