«Il Senato ha approvato il disegno di legge sull’istituzione del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente e per la riforma delle Arpa regionali. Il testo è tornato ora all’esame della Camera dei deputati». Lo ricorda il portavoce eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini, che sul provvedimento legislativo esprime una serie di dubbi e perplessità .
«I contenuti del disegno di legge, che sono anche il frutto di un lavoro di coordinamento con il M5s, sono abbastanza condivisibili su vari aspetti e, se venissero applicati, potrebbero rendere maggiormente trasparente, credibile e forte il sistema dei controlli ambientali – afferma Pedicini. Purtroppo, però, ci sono delle lacune e delle ombre che non possono essere sottaciute e ci fanno pensare che si tratterà di un’ennesima riforma parziale o addirittura fasulla.
Prima osservazione critica, il fatto che l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) dovrebbe avere un ruolo centrale e, oltre ai compiti di indirizzo e coordinamento, sarebbe competente anche per la realizzazione e la gestione del sistema informativo nazionale dell’ambiente. Su questo abbiamo delle forti preoccupazioni. L’Ispra è troppo schiacciato sulle dinamiche politiche dell’esecutivo e sappiamo che questo Governo ha già dimostrato, più volte, che non vuole puntare su un rigoroso controllo ambientale e sul rispetto pieno delle normative europee.
Inoltre – aggiunge il portavoce del M5s –, non ci fidiamo dell’Ispra perché va denunciato il fatto che il suo presidente, l’ingegnere Bernardo De Bernardinis, il 20 novembre 2015 è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a due anni di carcere, pena sospesa, per omicidio colposo plurimo in relazione al terremoto dell’Aquila del 2009, in qualità di ex vice capo della Protezione civile nazionale. Con questa logica ipergarantista del governo Renzi, che lascia in posti delicati e di grande responsabilità anche i condannati in via definitiva, non siamo assolutamente d’accordo ed esprimiamo tutto il nostro disappunto.
Avremmo voluto che questo ddl avesse maggiore indipendenza dal potere politico per far sì che chi deve svolgere i controlli abbia piena autonomia in materia di ambiente e analizzi le conseguenze e i vari risvolti per i cittadini e il territorio dal punto di vista tecnico e scientifico senza nessun legame e subalternità rispetto alle stanze del potere.
Un altro aspetto del ddl, che non ci convince per niente – precisa Pedicini -, è l’applicazione dell’invarianza del finanziamento, cioè senza ulteriori oneri economici a carico dell’amministrazione pubblica. Questa clausola mette un serio limite alla possibilità che vengano raggiunti gli obiettivi prefissati da questa pseudo riforma. Il governo, infatti, ha detto che non ci saranno soldi da investire e di conseguenza non ci sarà nessun piano finanziario, di conseguenza, senza strumenti economici adeguati di sostegno non sarà possibile mettere in pratica nulla di quanto viene previsto sulla carta.
Il tema del finanziamento – conclude l’eurodeputato del M5s – è fondamentale per non compromettere l’indipendenza del sistema delle agenzie regionali e non vorremmo che si sia trattato di una scelta precisa del governo. Non a caso, il M5s ha proposto la creazione di un apposito Fondo ambientale finanziato con i proventi ottenuti dal sequestro di beni mobili o immobili o dalla confisca, dalle ammende, dalle sanzioni civili e penali di natura ambientale. Anche questa potrebbe essere una strada per individuare dei fondi da destinare alla prevenzione e tutela dell’ambiente, alla bonifica e al recupero dei siti inquinati».