Un fatto grave ha turbato il ferragosto dello stabilimento Ilva di Taranto, dopo il sereno seguito alla messa in servizio di Afo 1, che sembra poter garantire una sufficiente continuità produttiva, dissipando le preoccupazioni per la salvaguardia del posto di lavoro di diverse centinaia di dipendenti diretti e dell’indotto.
Durante la normale attività dei convertitori della Acciaieria 1, rimessa in servizio come parte integrante del processo produttivo assicurato da Afo 1, i tecnici hanno rilevato un anomalo surriscaldamento di alcune parti dell’impianto. Una tempestiva ispezione ha permesso di rilevare che due delle quattro valvole del circuito dell’acqua di raffreddamento risultavano chiuse, impedendo di fatto il regolare scorrere dell’acqua e mettendo a rischio la sicurezza dell’impianto. Il particolare inquietante è che le valvole sono a comando manuale, percui è da escludersi un eventuale malfunzionamento di automatismi e servocomandi. Potrebbe trattarsi di una distrazione del personale addetto, ma vista l’importanza dell’impianto è una possibilità poco più che ipotetica, che lascia spazio a quella ben più inquietante di un tentativo di sabotaggio dell’impianto, che avrebbe potuto causare gravi danni e mettere a repentaglio l’incolumità dei lavoratori della zona, causando una esplosione. Il direttore dello stabilimento siderurgico ha presentato un esposto in Procura per denunciare l’accaduto e consentire di rilevare eventuali responsabilità personali; dell’accaduto sono stati inoltre informati i sindacati al fine di predisporre le necessarie iniziative e provvedimenti in merito al preoccupante episodio.
Sempre il giorno prima di ferragosto, un’altra notizia aveva coinvolto l’Ilva di Taranto: dopo l’ottimistico comunicato della direzione aziendale che salutava il riavvio di Afo 1 come atto indispensabile per un miglioramento dei parametri produttivi ed ambientali, c’erano state le repliche di diverse associazioni ambientaliste che avevano contestato i dati forniti da Ilva e pubblicato immagini che sembravano smentire le ottimistiche tranquillizzazioni aziendali. Per fare chiarezza sullo stato degli impianti e delle condizioni ambientali il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inviato un telegramma all’Arpa, l’agenzia regionale di protezione ambientale, chiedendo di predisporre nel più breve tempo possibile tutti i necessari accertamenti sulla situazione ambientale all’Ilva di Taranto al fine di rilevare eventuali anomalie di funzionamento, eventualmente collegabili alla riattivazione dell’Afo 1.