Chi frequenta i social network più o meno assiduamente sarà incappato almeno una volta in qualche pagina satirica che inneggia agli Angela (Piero e Alberto) come fari dell’italica nazione, a cui si vorrebbero affidare politica, economia, istruzione ed ogni altra incombenza di direzione e programmazione della vita pubblica.
Chi da qualche anno ha superato la soglia degli otto lustri di età ricorderà invece le ospitate televisive del professor Zichichi e le discussioni innescate nel suo voler rendere compatibili Scienza e Fede.
E chi dei suddetti quarantenni potrebbe essere padre avrà invece memoria del periodo in cui il progresso dischiudeva quotidianamente finestre di stupore e meraviglia, facendoci credere come oramai imminenti viaggi interplanetari su astronavi luccicanti ed equipaggi eugeneticamente selezionati e rigorosamente abbigliati con tute aderenti e acconciature sbarazzine.
La realtà è poi un’altra, quella triste raccontata da Sidney Sibilia in “Smetto quando voglio”, con ricercatori perennemente precari, menti brillanti che mentre risolvono arzigogolate equazioni devono dare ripetizioni a liceali impenitenti per sbarcare il lunario, cervelli in fuga verso istituzioni dove concorso non sia sinonimo di lotteria o raccomandazione e dove scienziato non appaia una offesa o uno sberleffo.
Se vi siete riconosciuti in una di queste descrizioni, se siete appassionati lettori di Asimov e romanzi Urania, se sapete che “bosone” non è un epiteto emiliano-romagnolo a sfondo sessuale, ma anche se siete distanti anni luce da tutto questo, “Particelle cariche stabili e massicce” è il romanzo che fa per voi.
Andrea Giammanco riesce a parlare di fisica delle particelle in un romanzo che mette insieme la divulgazione scientifica ed i grandi sentimenti dell’uomo: invidia, determinazione, amicizia, paura e attrazione verso l’ignoto, il tutto condito da giochi di potere, nazionalismi quanto basta e orgoglio per la propria terra natale.
Certo, mancano gli ingredienti fondamentali per un romanzo di successo che sarebbero consigliati anche nel più scalcinato manuale per aspiranti scrittori: poco amore, e comunque tendenzialmente coniugale, sesso neanche a parlarne, se non intuito in una chat in cui una veneranda luminare ricorda intrallazzi con ‘U prufessuri, niente soldi, c’è forse un omicidio ma non è dato saperlo con certezza.
Ma il bello di questo romanzo è proprio nell’essere intrigante senza ricorrere a banalità trite e ritrite, e d’altronde – chi dedica la propria vita alla ricerca di particelle infinitesimali con percentuali di successo sperate che fanno sembrare le estrazioni del lotto un investimento sicuro – è ben abituato a percorrere sentieri ignoti ai più ed a dare per acclarati concetti che alla maggior parte di noi sono e saranno per sempre incomprensibili.
“Particelle cariche stabili e massicce” è una lettura intrigante per l’esperto di fisica delle particelle, che potrà sollazzarsi leggendo di camere muoniche, di LHC, del CERN e di collisioni tra protoni come fossero sugli autoscontro della festa patronale, ma coinvolge anche chi della fisica ricorda a stento i principi della termodinamica, perché non serve sapere cosa sia un fermione per apprezzare la trama e per stupirsi di quanto sia in realtà molto poco sicuro tutto quello che crediamo di sapere.
Magari scoprire che neppure gli scienziati più eccelsi sanno con certezza di cosa è composto l’80% del nostro universo potrebbe destabilizzarci un po’, oppure potremmo chiederci che cosa ci fa la statua di una divinità post vedica nel Centro europeo per la ricerca in Fisica delle Particelle a Ginevra, altrimenti potremmo interrogarci su quale procedura sia stata seguita per giudicare un petomane coprolalico quale massimo esperto in un particolare campo scientifico.
Queste ed altre domande vi accompagneranno durante la lettura di questo romanzo, dalle cui pagine emerge l’orgoglio – un po’ serio ed un po’ faceto – per una istituzione come il Palermo Institute for Advanced Studies (immagino modellato su un conterraneo quasi omonimo), la citazione dei grandi classici (uno su tutti: la tiotimolina risublimata) e la constatazione tanto reale quanto fatalistica che se è vero che – come affermò Einstein – Dio non gioca a dadi, questo non significa che un colpo di fortuna non possa cambiare per sempre la nostra vita.
Se siete curiosi di scoprire cosa siano le particelle cariche stabili e massicce, se vi chiedete se una camera muonica può essere adibita a bed&breakfast, se non sapete cosa sia una “honesty box”, se siete curiosi di sapere se davvero la figlia di uno scienziato geniale ha qualche attinenza con una setta segreta nata in Sicilia nel XII° secolo, se volete scoprire perché forse la saputella dei quesiti della “Settimana Enigmistica” si chiamava proprio Susy allora cliccate qui, scaricatevi il PDF, attivate i rivelatori L3P e preparatevi ad un viaggio nelle “Vallate Nascoste” che non ha uguali!