Il Consorzio I.S.C. (Ionian Shipping Consortium) ha, proprio grazie alle aperture di clienti come l’Ilva, reinserito al lavoro già una dozzina di addetti qualificati che, a causa delle note vicissitudini portuali degli ultimi mesi, avevano perduto il proprio impiego.
In questi primi mesi di vita, il Consorzio ha proposto interessanti collaborazioni ai principali committenti del porto di Taranto, raccogliendo riscontri assai positivi.
“I grandi committenti iniziano a mostrare una sincera attenzione per il nostro territorio, consapevoli delle compensazioni socio-economiche che finalmente Taranto merita – hanno riferito il presidente Rinaldo Melucci e il vice Arcangelo Santamato – tra tutti i case study in argomento, ci piace segnalare il rinnovato atteggiamento dell’Ilva in Amministrazione Straordinaria che, grazie alla sensibilità del Collegio Commissariale e della Direzione, dopo un ventennio di rapporti difficili, ha finalmente cambiato passo nei confronti degli operatori economici di Taranto, assegnando loro opportunità pratiche e riservando ai professionisti del porto la giusta considerazione.”
Il Consorzio ambisce a divenire presto un punto di riferimento culturale per la comunità portuale tarantina, e forse pugliese, oltre che formativo per le schiere di giovani studenti ionici, in cerca di un contesto di prospettiva. Poiché, i promotori del progetto reputano che le potenzialità non raccolte dalla città, in relazione all’ economia del mare, siano vaste ed alla portata delle professionalità locali.
In questo scenario, ISC si pone l’obiettivo di ricreare a Taranto profili tecnico-intellettuali della filiera marittima dal grande valore aggiunto, per decenni appannaggio esclusivo, anche in termini di ricavi economici, di realtà liguri e/o venete.
“In sostanza, crediamo si possa lavorare in termini moderni e soddisfacenti anche a Taranto, nel porto del 2015. Riservando, per altro, sforzi materiali e non, al recupero della cultura marittima della nostra città” – hanno ribadito Melucci e Santamato. Questo Consorzio si propone, in controtendenza con l’attuale stagnazione dei traffici marittimi ionici, di fornire una base per la costituzione di un vero e proprio cluster portuale, sulla scorta di quanto esiste in ciascun porto nazionale ed europeo di rilievo, tra operatori qualificati ed autenticamente radicati sul territorio, in grado di sostenere con rinnovato dinamismo ed ottimismo, nel rispetto del ruolo imprenditoriale, le iniziative delle istituzioni locali e di altri attori pubblici per il rilancio dell’area portuale di Taranto.
Ad oggi, fanno parte del Consorzio agenzie marittime ioniche, società di capitali come la Barion della famiglia Santamato, la Dott. Vincenzo Caffio, la Mantua & De Iacovo Shipping, la Melucci Shipping, la M-Log Italia, la Nicola Girone della famiglia Gennarini, prestigiosa memoria storica del porto e la Pentashipping. Altre due aziende del ramo hanno già avanzato istanza di adesione e stanno al momento sostenendo il previsto audit degli organi direttivi. Esso ha nel proprio core business lo shipping ed il chartering, dunque tutti quei servizi tecnico-commerciali connessi al cosiddetto ciclo nave, incluse le prestazioni ausiliarie dei traffici marittimi. Chartering è un’attività nel settore dello Shipping, cioè dei trasporti marittimi. In alcuni casi un noleggiatore può possedere carico e impiegare un mediatore marittimo per trovare una nave per trasportare il carico. Tra i professionisti con regolare posizione camerale attualmente associati al Consorzio, si registrano ben 14 raccomandatari marittimi, 3 spedizionieri doganali, 2 periti navali, 1 broker marittimo.
Inoltre, sono allo studio formali joint venture con altri importanti raggruppamenti e reti di imprese del territorio, come anche con imprese portuali operanti nel quadro del Codice della Navigazione.
“Un altro sviluppo è possibile nella nostra città ed il tempo delle divisioni, delle contrapposizioni e delle sterili recriminazioni è terminato, ce lo chiedono le nuove generazioni, al netto dei necessari percorsi di ambientalizzazione – ne sono convinti il presidente e il vice del Consorzio – ed agli imprenditori locali l’occasione di essere parte attiva di questi cambiamenti virtuosi, anche scrollandosi di dosso la paura di investire, assumere sfide e crescere, finanche attraverso una fondamentale funzione sociale: ci sono capacità, esperienze e valori che non devono andare perduti, ad ogni costo.” In tal senso, lo strumento consortile ovvero qualunque altra forma di associazione convenzionale può davvero offrire alle imprese tarantine un nuovo modello interpretativo del mercato moderno, secondo quanto sperimentato con effetti benefici in altri noti distretti produttivi del paese. Lo Ionian Shipping Consortium è nato da alcuni mesi a Taranto su azione di un gruppo di giovani professionisti ed imprenditori locali, impegnati in disparati settori dell’economia del mare del territorio, le cui famiglie di provenienza operano con reputazione, all’interno del Porto di Taranto, in taluni casi da più di mezzo secolo, a testimonianza di una tradizione che, con il progetto in questione, si intende preservare e valorizzare.
“Ma l’impegno del Consorzio non si limiterà soltanto a questi pur importanti aspetti. Per noi resterà importante e strategico il coinvolgimento dell’opinione pubblica locale in una riqualificazione effettiva del rapporto con il mare inteso finalmente come strumento di crescita e di sviluppo – hanno concluso Melucci e Santamato – un grande porto ad ovest con grandi spazi per la logistica e la retroportualità, e ad est la connessione fisica con il nostro centro storico e le potenzialità turistiche e diportistiche. Nei prossimi anni ribadiamo l’interesse a percorrere percorsi di comune elevazione culturale e sociale indirizzati a creare una vera identità marittima per questa nostra città abbracciata da due mari ma spesso lontana ideologicamente da essi.”