«E allora si farà. Il parco eolico davanti alla costa del Mar Grande di Taranto, considerato per la legge “Off-Shore”, composto da 10 torri alte circa mt.100 più 50 metri di pala, per una potenza totale di 30 MW, sarà realizzato nella rada esterna del porto di Taranto, a mt 100 dalla costa e a km. 7 dalla città di Taranto, prevedendo un investimento di €. 63.000.000.» E’ quanto afferma un comunicato del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto”.
«Il progetto – prosegue il comunicato dei grillini ionici – presentato nel 2008 dalla Societ Energy Spa, e ceduto nell’agosto del 2012 alla Beleolico Srl, si concretizza adesso, uscendo indenne dal ricorso del Comune di Taranto, che ad onor del vero poneva le sue ragioni su fragili fondamenta, respinto il primo luglio scorso dal Consiglio di Stato.
Un iter che ha avuto un percorso lungo e tortuoso contro il quale l’Ente Provincia avrebbe potuto esprimere opposizione, ma ha preferito rimanere silente lasciando procedere l’iter di autorizzazione del progetto.
Un iter costellato anche di episodi curiosi, ma significativi, occorsi al portavoce del M5S Diego De Lorenzis a cui fu addirittura negata la partecipazione in qualità di auditore, presso il Ministero dei Trasporti nel giugno 2013, alla conferenza di servizi conclusiva per il rilascio dell’autorizzazione unica per la realizzazione dell’impianto eolico, adducendo quale motivo ostativo da parte dell’azienda proponente “la natura riservata degli aspetti industriali”.
Di quale segreto industriale si sarebbe dovuto trattare in sede di conferenza, tale da escludere un deputato della Repubblica da quel luogo? E quale segreto industriale dovrebbe presupporre un parco eolico? Ma soprattutto in una regione come la Puglia che produce oltre 80% di energia in più rispetto il proprio fabbisogno, che senso ha costruire nuove centrali anche FER senza spegnere quelle alimentate a combustibili fossili?
Il Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto” – prosegue il comunicato – si è sempre opposto alla realizzazione del progetto perché conscio che la presenza di alte colonne in acciaio che troneggiano sul nostro patrimonio marino, sormontate da appariscenti eliche, visibili già da 30 Km, sono un delitto paesaggistico bello e buono, perché la ricchezza primaria di un territorio è data dalla conformazione geografica conservata e tutelata come la natura ci ha donato.
Una città in cui si sceglie ancora una volta, con la complicità di una classe dirigente ed imprenditoriale accomodante e prona, di creare impianti, industrie, centrali che simboleggiano l’accentramento del potere, per controllare la produzione di energia, acciaio e petrolio: gli effetti sono tutti a scapito della vivibilità, della sostenibilità e dell’autonomia produttiva.
Ed infatti questo mega-impianto invadente servirà a produrre energia solo per le strutture portuali, assistendo ancora una volta ad una scelta pro-industriale.
Queste decisioni sono state aiutate però anche dal disaccordo che si è avuto tra associazioni ambientaliste: dalle opposizioni dure di alcune a quelle morbide di altre fino ad arrivare a posizioni possibiliste di altre ancora.
Ed a niente sono valse le giuste osservazioni sull’impatto paesaggistico, sulla vicinanza dei Siti d’Interesse Comunitario “Pinete dell’arco ionico” e “Posidonieto isola San Pietro – Torre Canneto”, sulle limitazioni per i canadair, sull’interferenza delle attività portuali, sull’incidenza delle rotte migratorie degli uccelli, sul disorientamento dei mammiferi marini, sull’aver ignorato una zona IBA (Important Bird Area) a meno di 5 km dal sito di costruzione
Ancora una volta non si è voluta avere la lungimiranza per fare scelte economiche idonee alla vocazione del territorio preferendo le speculazioni economiche e industriali di altri.
Ancora una volta Taranto e i tarantini perdono.
Il Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto” – conclude il comunicato – non vuole rimanere silente ed inerme e aspettare l’ennesimo scempio, bensì vuole essere da pungolo all’amor proprio dei concittadini, pronto ad accogliere perciò la volontà di chi vuole riconvertire Taranto cominciando semplicemente a volerla bella.»