E’ amareggiato il Comandante Giuseppe Orru, presidente dell’Unione Piloti dei Porti (U.P.), per il trattamento riservato nel corso di un incontro promosso dalle Associazioni di Categoria Angopi e Fedepiloti sul tema “FUTURO E PORTI – PROFESSIONALITA’ E SICUREZZA valorizzare il lavoro e la sicurezza portuale – premiare il coraggio e la professionalità in mare”, ai servizi tecnico nautici nella loro interezza e, più specificatamente, al pilota Vincenzo Bellomo e agli equipaggi dei Rimorchiatori Napoletani, protagonisti l’11.12.2014, insieme al gruppo ormeggiatori, del salvataggio di un operaio rimasto incastrato nel crollo della gru operante al IV sporgente ILVA.
Al meeting, tenutosi a Pomezia lo scorso 17 dicembre, erano presenti tra gli altri anche il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano del Rio, ed il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, Vincenzo Melone.
“Purtroppo, – si legge in una lettera aperta – l’evento, invece di essere l’occasione per esaltare il servizio svolto da tutti i servizi tecnico nautici, con particolare riferimento a quello svolto in situazioni estreme, dove il fattore umano, il pieno affiatamento, il rispetto ed il riconoscimento dei reciproci ruoli, l’indiscussa preparazione dei servizi stessi, rappresentano, sotto la vigilanza, il coordinamento e la gestione dell’Autorità Marittima, gli elementi fondanti per la favorevole risoluzione dell’emergenza, si è limitato a tributare riconoscimenti ai componenti delle sole associazioni organizzatrici”.
Secondo il Comandante Orru, che non discute l’attribuzione de riconoscimenti, si è persa una preziosa occasione per rappresentare, all’autorevole platea, “i servizi tecnico nautici, nella loro interezza ed unitarietà, quale fermo baluardo della sicurezza della navigazione nella più ampia e nobile accezione del termine”.
“Sarebbe stato veramente bello – prosegue la missiva – vedere su quel palco ormeggiatori, piloti ed equipaggi dei rimorchiatori dei vari porti italiani, insigniti di medaglie e altre onorificenze più o meno prestigiose concesse da organismi superiori, in ogni caso autonomi rispetto all’associazione alla quale si è iscritti, oppure in attesa o in mancanza di queste, semplicemente veder elogiati gli interessati dai loro Comandanti del porto”.
Per il presidente dell’UPI invece “la cerimonia si è ridotta alla premiazione dell’associato dell’anno svilendone la portata stessa”. A sostegno della sua tesi cita il fatto che su quel palco erano assenti gli equipaggi dei rimorchiatori della società brindisina BARRETTA, e della società ravennate SERS, protagonisti anche loro dei salvataggi in favore, rispettivamente, del traghetto “Norman Atlantic” e dei marittimi imbarcati sulla M/n GOKBEL. affondata nelle acque del porto di Ravenna.
“Stessa sorte – aggiunge Orru – è capitata agli equipaggi dei Rimorchiatori Napoletani, i quali non sono stati nemmeno citati per il contributo apportato durante il salvataggio di un operaio rimasto incastrato nel crollo della gru operante al IV sporgente ILVA, per il quale erano presenti i soli ormeggiatori di Taranto. E che dire del trattamento riservato al pilota Vincenzo Bellomo il quale è stato proposto per una ricompensa al valor civile la cui motivazione redatta dal Comandante del porto di Taranto C.V (CP) Giuseppe Famà recita: “Congiuntamente all’equipaggio di un’unità nautica del gruppo ormeggiatori del porto di Taranto procedeva a porre in salvo un operaio incastrato tra le strutture di una gru ubicata in sul IV sporgente del porto di Taranto, crollata in parte in mare a seguito di cedimento strutturale. Lo sprezzo del pericolo e la non comune perizia marinaresca gli consentivano di raggiungere tempestivamente e di soccorrere il malcapitato che si trovava pericolosamente tra le strutture contorte della gru cadute in mare, che da un momento all’altro potevano definitivamente collassare e travolgere con se il malcapitato ed i soccorritori. Inoltre, in pochi istanti riusciva, unitamente agli altri componenti dell’equipaggio, a recuperare a bordo dell’unità nautica l’operaio che si trovava in evidente stato di shock, a contatto con l’acqua ed esposto a temperature rigide determinate dalle avverse condizioni meteorologiche in atto ed a condurlo sulla banchina per le cure del caso. L’altruismo, il coraggio e la straordinaria competenza professionale, consentivano al sopra nominato di tranne in salvo una vita umana, pur a rischio della propria incolumità. Fulgido esempio di abnegazione, solidarietà e alto senso civico.”
“Bellomo – si legge ancora nella lettera aperta del Comandante Giuseppe Orru – è stato il protagonista del video con cui è iniziato il convegno, una tale scelta dimostra che il comportamento, la professionalità e la non comune perizia marinaresca del Pilota Bellomo, durante l’emergenza sono state giudicate, dagli organizzatori, capaci di dare lustro all’intera categoria, peccato che lo stesso, solo per avere la colpa di indossare i colori di una casacca diversa, è stato escluso dall’evento, alla maniera di chi lo vorrebbe ritenere un figlio di un Dio minore. L’obbiettivo di mostrare da quel palco l’importanza di tutti i servizi tecnico nautici, quale ferreo presidio di sicurezza e salvaguardia si è ridotto ad un lodevole e meritato riconoscimento ai soli ormeggiatori, che con Bellomo e con l’intervento dei Rimorchiatori Napoletani, hanno condotto l’intervento risolutivo”.
In conclusione, il Comandante Orru, dopo aver osservato che l’evento poteva e doveva, anche per l’autorevolezza delle personalità presenti, essere l’occasione per esaltare l’opera svolta da tutti i servizi tecnico nautici, specialmente in situazioni estreme, quale frutto delle sinergie poste in essere nello specifico, da ormeggiatori, piloti e rimorchiatori e l’importanza del fattore umano quale elemento insostituibile, richiama tutti ad una maggiore compattezza. «Le eccezionali azioni di persone che con i loro sforzi contribuiscono in modo determinante a garantire la sicurezza della navigazione» andrebbero – sostiene – ascritte a tutta l’utenza marinara, nella loro interezza intendendo per tali i piloti, gli ormeggiatori ed i rimorchiatori, prescindendo dalla sigla sindacale di appartenenza il tutto per evitare che alcuni comportamenti possano apparire come beghe o “liti da condominio”».