E’ stata inaugurata sabato 31 ottobre, nella bottega Mastro in via Messapia 42 a Grottaglie, la mostra “Oronzo Mastro, 50 anni di pittura”.
Una mostra antologica curata da Fabrizio Parachini, che raccoglie le opere più rappresentative create dall’artista grottagliese, a partire dal 1965, anno in cui Oronzo Mastro ha prodotto il suo primo lavoro firmato.
«Cinquant’anni sono tanti – racconta Mastro – eppure sembra ieri quando cominciai a spremere i primi tubetti ad olio, quando, nel mese di settembre, con mio cugino Oronzo, a piedi o col passaggio di qualche “trainiere” (carrettiere), andavamo in pineta a dipingere. Cinquant’anni di passione sincera, alla continua ricerca di uno stile, di un maestro da emulare. Cinquant’anni che non cambierei con niente e con nessuno».
Mastro ha lasciato Grottaglie all’età di diciassette anni, per studiare lontano da casa. Una scelta difficile per la quale il maestro continua a ringraziare la madre, figura fondamentale nella sua vita.
«Se mio padre tentò fino allo sfinimento di dissuadermi – continua nel suo racconto Mastro – lei fu mia silente complice. E’ stata la complice di una vita: quando mio padre mancò improvvisamente e precocemente, insieme ci siamo rimboccati le maniche per portare avanti la famiglia e per farla restare unita. Quando, per esserle vicino, volevo chiedere il trasferimento da Novara (dove attualmente insegna pittura presso l’Accademia delle Belle Arti ACME, ndr), era sempre lei che mi dissuadeva dal farlo».
Le figura femminile è leitmotive della pittura di Mastro, un filo conduttore che i maestro descrive così: «Le donne, come faccio a raccontare a parole l’enorme debito che ho verso di loro? Le ho sempre amate, le amo e, finché avrò vita, le amerò. Amo l’aura misteriosa di cui ogni donna è circondata, amo i loro silenzi, la loro tenerezza, i loro capricci, la loro capacità di dare, caratteristica questa che noi maschietti possediamo in decisamente minor misura. Però, pur con tutti questi pensieri positivi, mi son ben guardato dallo sposarne una. Avrei, sicuramente fatto molti danni e avrei certamente rovinato due vite: la mia e quella della mia malcapitata compagna. A parte il mio non facile carattere, ho due spose terribili e intransigenti che avrebbero ostacolato una qualsiasi unione, una si chiama pittura, l’altra si chiama solitudine. La figura femminile, l’ho usata più volte come simbolo (non causa) di questa alienata, fredda, scostante, nostra civiltà, non a caso molti miei soggetti li ricavo dai rotocalchi, dai giornali di moda. Sarebbe una ben strana cosa che un artista non si cimentasse con la figura femminile. Certo qualcuno potrebbe dire: e Morandi? Sono casi limite e comunque prima di arrivare a quella scelta radicale, state certi che anche lui ha studiato il corpo femminile. Tutto quanto esiste in natura può e deve essere fonte di ispirazione, ma quante cose al mondo emanano il fascino del corpo umano in generale e di quello femminile in particolare? Il corpo della donna, è stato, è e sarà il soggetto prediletto da pittori, scultori, fotografi».
Nei dipinti di Mastro non mancano mai gatti e pesci.
«Dei gatti e dei pesci – spiega – ho detto più volte, lo ribadisco qui in modo sintetico, per coloro che volessero saperne di più, troveranno l’argomento trattato in maniera più approfondita, all’interno del catalogo. I pesci, a parte il mio profondo amore per il mare, li avrei usati comunque perché il loro notorio silenzio, rimanda al silenzio glaciale in cui noi essere umani siamo irrimediabilmente immersi. I gatti, che nei secoli e a seconda delle civiltà sono stati adorati o demonizzati, hanno una caratteristica che a noi esseri umani manca: quella di vedere al buio. Questa capacità, sarebbe bene che appartenesse al genere umano:” Potremmo finalmente sconfiggere la notte delle nostre anime e forare le tenebre della nostra indifferenza“».
Oronzo Mastro ha voluto che la prima tappa della mostra dedicata ai suoi primi “50 anni di pittura” fosse Grottaglie, perché è lì che tutto è cominciato.
«E’ ancora una volta un omaggio alla mia città – dice – un atto d’amore, che spesso non è stato ricambiato. Tutte le mie personali, le ho sempre dedicate a mia madre, questa volta la vorrei dedicare anche ad un caro amico che apprezzava la mia pittura e che è appena partito per il grande viaggio, ciao Renato (il riferimento è all’architetto Rocco Renato Cavallo, ndr)».
Numerose le mostre che Mastro continua ad organizzare nell’atelier di famiglia a Grottaglie. Ultima in ordine di tempo il concorso di pittura “Città delle ceramiche” organizzato con l’associazione Eleuthera, che ha riscontrato un notevole successo.
Prossima collettiva in programma, dopo la sua personale “Oronzo Mastro, 50 anni di pittura”, sarà la terza edizione di “Mulieribus“, mostra dedicata alle donne che da tre anni Mastro organizza nel mese di marzo.
Il maestro continuerà ad omaggiare la sua città natale con la sua arte, la sua creatività e le sue capacità organizzative, perché, come diceva Picasso “L’arte non esiste, esistono gli artisti”.