La produzione mondiale di Olio per il 2017/2018, secondo le ultime stime del COI, si è attestata abbondantemente sopra i tre milioni di tonnellate (+30% rispetto alla campagna precedente) raggiungendo un risultato certamente inaspettato prima dell’inizio delle moliture.
Tirando le somme, a frantoi ormai chiusi, l’Italia ha realizzato una produzione di circa 429 mila tonnellate, +135% rispetto alle 182 mila tonnellate dell’anno prima. Questo è il risultato di una crescita importante soprattutto nelle regioni del Sud a partire dalla Puglia che, stando a dati ancora provvisori, sembra aver superato la soglia delle 200 mila di tonnellate. Anche per Sicilia e Calabria si è tornati su livelli normali, così come in Abruzzo. Nel Centro Italia, soprattutto in Toscana e Umbria, la crescita è stata particolarmente contenuta perché la siccità ha limitato fortemente il recupero rispetto all’anno precedente. È andata decisamente meglio nel Lazio e nelle Marche. A livello di prezzi, La tendenza flessiva ha investito anche l’Italia. Nei primi sette mesi dell’anno la riduzione media dei listini dell’extravergine è stata pari al 29%, passando dai 5,86 euro al chilo come media di gennaio-luglio 2017 ai 4,18 euro dello stesso periodo del 2018.
Intanto, è già tempo di guardare alla produzione della prossima campagna sulla quale pesano sia la naturale alternanza “carica” e “scarica”, sia le cattive condizioni climatiche di inizio primavera.
È ancora molto presto per azzardare stime numeriche ma, nel frattempo, l’Ismea ha fatto una prima ricognizione sullo stato degli oliveti. Peseranno i danni da gelate sia nel Nord della Puglia che nel Centro Italia e a questo si aggiunge che il clima si questi ultimi tempi con piogge frequenti e caldo umido tiene alta l’attenzione dei produttori rispetto agli attacchi di mosca.