Il 3 luglio scorso, la Giunta Comunale guidata dal Sindaco Ciro Alabrese ha approvato una delibera con la quale è stato introdotto l’obbligo della corresponsione di 500 euro giornaliere per il servizio di pulizia relativo a “manifestazioni caratterizzate da attività di pubblico spettacolo e di somministrazione di alimenti e bevande, che si svolgono su aree pubbliche”.
Si tratta degli eventi patrocinati dallo stesso Comune ma organizzati da associazioni ed imprese private.Secondo questa delibera da quest’anno pertanto il costo di pulizia dell’area è interamente a carico degli organizzatori.Tutte queste attività che si svolgono in vari luoghi della città registrando un grande successo di pubblico e che chiedono il patrocinio al Comune di Grottaglie, per veder accolte le loro domande devono versare alle casse comunali € 500,00 per ogni giorno di svolgimento della manifestazione, finalizzata alla pulizia, spazzamento, lavaggio e sanificazione dell’area interessata agli eventi, che sarà introitata dall’Ufficio Ragioneria in apposito capitolo di bilancio e successivamente corrisposto al personale impiegato.
Sulla vicenda è intervenuto il Circolo Pier Paolo Pasolini di Grottaglie, il gruppo locale di Sinistra Ecologia e Libertà guidato da Franco Galiandro. «La fantasia dei nostri amministratori ha partorito una nuova tassa, imposta o tariffa che dir si voglia, della quale nessuno avvertiva la mancanza, e di cui si coglie solo il suo incomprensibile – quanto immotivato – aspetto “punitivo” nei confronti di chi si prodiga nella promozione turistica e culturale della nostra città. » E’ quanto si legge in una nota stampa di SEL che critica le scelte della Giunta Alabrese sui di pulizia a carico degli organizzatori per eventi che portano turismo e visibilità a tutta la città.
«Sembrerebbe che per la nostra Amministrazione Comunale il successo di una manifestazione pubblica, organizzata da soggetti privati, lungi dall’essere meritevole di incentivazione, incoraggiamento e collaborazione, sia solo un fastidio e/o un costo per la collettività. Un’iniziativa di successo attira gente, e la gente, si sa, sporca. Poco o nulla importa se questa gente smuove, seppur episodicamente, il sonnolento comparto del turismo locale.» Una scelta quella dell’Amministrazione che se ritenuta valida andrebbe applicata in ogni ambito e non solo in quelli degli eventi.
«Chi sporca paga, pare essere il principio guida dei nostri “eco”- amministratori. E si potrebbe pure essere tentati di dar loro ragione, se solo questo principio valesse sempre, per tutti, ed in ogni circostanza nella quale il nostro comune è chiamato a confrontarsi con l’igiene, il decoro e la pulizia della città. Ma così non è, evidentemente, e la stretta relazione che si vuole stabilire – monetizzandola – tra chi sporca e il conseguente onere di pulizia, non vale per tutti allo stesso modo. »
E l’attenzione di SEL si sposta sul mercato settimanale che tiene ogni giovedì. Nello specifico nei rifiuti che vengono lasciati ogni settimana e che l’amministrazione provvede a ripulire (vedi il video).
«Si prenda ad esempio l’area mercatale del giovedì, per la cui pulizia viene corrisposto lo straordinario agli operatori ecologici per ben 52 settimane all’anno, senza che sugli ambulanti gravi altra tassa se non quella dell’occupazione dello spazio pubblico!»
Ma di esempi, dice SEL, c’è ne sono tanti altri. Alcuni che non sono soggetti a questa delibera.
«Le feste di partito e quelle religiose, dove pure si canta, si balla, si mangia e si beve. Perché queste situazioni dovrebbero sfuggire all’applicazione del civilissimo principio del “chi sporca paga”? Non si sa. In questi casi, infatti, al colmo della vaghezza normativa dell’atto, nel dispositivo della delibera, al punto 6, è stata introdotta una postilla che fa emergere in tutta la sua brutalità la vera “ratio” punitiva del provvedimento nei confronti di poche e ben individuabili manifestazioni, con l’esclusione di un’infinità di altre:“L’Amministrazione, in relazione all’entità dell’evento valuterà di volta in volta l’applicabilità di quanto precedentemente disposto”. Un salvacondotto per gli amici e per gli amici degli amici, dunque. L’applicazione arbitraria e discrezionale di una tassa è l’ultima frontiera di una cultura (?) amministrativa da tempo sempre più insofferente al rispetto delle leggi dello Stato italiano. Insofferente talvolta per insipienza e talvolta per arroganza, ma il risultato non cambia. Il tutto poi facendo riferimento più volte ad un fantomatico “disciplinare” predisposto dagli uffici competenti, i quali, interpellati al riguardo, ne negano l’esistenza. Benissimo. Ci si trova pertanto di fronte all’applicazione di una tassa, imposta o tariffa che dir si voglia, a totale e insindacabile discrezione dell’ente locale. Ovvero, il cittadino che volesse organizzare qualcosa su uno spazio pubblico non è tenuto a sapere preventivamente, sulla base di regolamenti certi ed ufficiali, se e perché gli tocca pagare questo balzello. Sindaco, giunta, funzionario di turno, di volta in volta decideranno se la manifestazione “sporcherà” o no. Se l’evento porterà gente o no. Se l’iniziativa avrà successo o no. Semplicemente allucinante!»
Effettivamente la delibera parla di un disciplinare del quale al momento non vi è traccia e su questa “nuova tassa”, SEL dichiara che esse non sono di competenza della Giunta ma devono passare dal Consiglio Comunale: «l’introduzione di nuove tasse è competenza esclusiva del Consiglio Comunale (art. 42, comma f – Testo Unico degli Enti Locali), l’illegittimità formale e sostanziale della delibera adottata dalla Giunta Comunale è più che palese. Perciò, bene farebbe il Presidente del Consiglio Comunale, Arch. Alfonso Manigrasso, insieme a tutti i consiglieri comunali, a stigmatizzare l’ennesimo esproprio delle competenze della massima assise cittadina da parte dell’esecutivo, a ciò sollecitando il sindaco con la sua giunta ad annullare in auto-tutela la delibera di cui si discute per ripristinare l’ìter legalmente previsto per provvedimenti di tale specie.»