“Un assordante silenzio”, una frase retorica ed abusata, ma che forse descrive meglio di altri quello che sarà il primo maggio a Taranto, che nel 2017 non ospiterà la quinta edizione di una manifestazione che in meno di un lustro si era imposta alla attenzione non solo musicale, ma soprattutto sociale e politica dell’intera nazione.
Il motivo della mancata organizzazione del concerto è stato illustrato in una conferenza convocata dal “Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” e riportata in un lungo comunicato pubblicato sulla loro pagina social, ma non sul loro sito internet. Non organizzare il concerto vuole essere un segnale altrettanto forte quanto lo è stato organizzare la prima edizione, affrontando difficoltà e scetticismo, ostacolo materiali e ostracismi sociali. Un concerto che nasceva dalla volontà – come si legge nel comunicato – “di dare alla città un palcoscenico migliore, capace di mostrarla con tutta la sua forza e la sua volontà di cambiamento, pronta a ribaltare un destino che l’ha vista per anni ai margini, inghiottita dalla spirale mortale dell’inquinamento” con risultati che sono andati certamente aldilà di ogni più ottimistica previsione. “Abbiamo proposto tantissimi dibattiti politici – ricordano nel loro comunicato i “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” – e abbiamo portato sul nostro palco innumerevoli voci in questi anni. Da Gino Strada a Varoufakis, da Egidia Beretta madre di Vittorio Arrigoni a Patrizia Moretti mamma di Federico Aldrovrandi, da comitati e associazioni come “Le mamme della terra dei fuochi“ ai lavoratori della Thyssenkrupp e ai No Tav. Come non ricordare le esibizioni live di artisti del calibro di Caparezza, Vinicio Capossela, Subsonica, Fiorella Mannoia, Litfiba, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Afterhours e tantissimi altri ancora.”
Non certo di insuccesso si può parlare, e se problemi e imprecisioni ci sono state negli anni scorsi, certamente queste potevano essere (e pensiamo lo saranno in futuro) affrontate e risolte al meglio. E allora questa scelta – spiega il “Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” – nasce dalla precisa volontà di “dare a tutti un segnale forte“ indirizzato “alla città perché quando si spengono le luci, finito lo show e pulito il parco il Comitato non resti solo a combattere per i restanti 364 giorni contro le ingiustizie di questo territorio. Perché Taranto siamo tutti noi!” ma anche – se non soprattutto – “un segnale forte alla politica perché non faccia di questa manifestazione uno strumento per l’imminente campagna elettorale pro o contro qualcuno”, a cui si aggiungono le immancabili “forze oscure di questa città pronte a utilizzare per scopi elettorali e politici tutto ciò che ruota intorno a #unomaggiotaranto” e la “amministrazione comunale da noi sempre osteggiata”.
Non si è trattato di una scelta facile, lo si capisce dalla conclusione del comunicato che termina spiegando: “Ci mancherà la musica e ci mancheranno le parole di lotta. Ci mancherà tutto questo, ma è un sacrificio necessario a rendere questo evento ancora più forte. Magari il “silenzio” di quei giorni e il parco vuoto ci aiuteranno a riflettere su quanto ancora sia lunga la strada per restituire la dignità a questa città difficile. Arrivederci al prossimo anno, #unomaggiotaranto2018”