È triste raccontare di vite spezzate
attorcigliate nelle lamiere di fumo
in un giorno di luglio
tra i fuochi di Puglia
e l’alba diventata luna
nel precipitare dell’orrore.
Non fermate il tempo
nel viaggiare di un unico binario
con gli ulivi nelle città di mare.
C’è il canto delle nenie
o ancora le parole delle madri
nella terra sconfitta dal dubbio
di una verità mai rivelata
C’è lo sguardo dei padri
nel rumore dei porti
che annebbia la vista
in un pianto mai consolato.
Ancora di Sud
dopo epoche di zolle
perdute nel naufragare
dei sogni.
Non so se i fantasmi
hanno taciuto il silenzio
o hanno lacerato le voci
e le grida
nel tempio della civiltà.
Eppure fummo la storia
nell’arcipelago del Regno
con il suono dei tamburi
che hanno radici di Grecia e di Oriente.
Non fermate il tempo
nel viaggiare di un unico binario
con gli ulivi nelle città di mare.
Cristo ha la Croce negli occhi
per gli uomini che camminano
lenti dentro una stella bugiarda.
Non fermate il tempo
nelle stagioni del pianto.