L’estate e la sua famigerata “prova costume” è oramai archiviata ma le feste di fine anno, con il loro corredo di incontri ed eventi sociali, già incombono. In tanti, diversi adolescenti, molte donne e molti uomini, chiedono in regalo un “ritocchino”. Si! Ci si regala un intervento di chirurgia estetica! Sono molteplici le motivazioni che spingono diverse persone a sottoporsi agli interventi di chirurgia estetica e, sicuramente, gli aspetti psicologici rivestono in tal senso un ruolo fondamentale, se non addirittura primario in taluni casi.
Oggi più che mai, l’immagine corporea è associata al successo e alla gratificazione immediata. “Se sei bello e giovane hai più possibilità di avere successo e potere!”…questo è il messaggio che la società invia direttamente e indirettamente (tv, pubblicità, film, politica ecc.). Tutto sembra ruotare attorno al potere, al successo e alla bellezza estetica! Ormai è innegabile la stretta correlazione tra mente e corpo e, la disarmonia tra la forma idealizzata del corpo e la forma reale del corpo, crea vari disagi psicologici, che poi si trasformano in relazionali e sociali.
Pertanto è bene sempre chiedersi quale sia la vera motivazione che spinge a prendere una decisione così importante, da volersi sottoporre ad un intervento di chirurgia estetica. Un intervento di chirurgia estetica può ridare la felicità a persone che l’hanno persa o che non l’hanno mai vissuta?
Attraverso la chirurgia alcune persone si sentono più belle e quindi più sicure di sé. Alcuni studi mostrano che dopo l’intervento alcune persone continuano a riportare il disagio espresso prima dell’intervento e altri addirittura, molto esigenti e perfezionisti, richiedono altri interventi per ‘perfezionare’un’altra parte del corpo o la stessa zona già ‘ritoccata’. Ritengo sia basilare uno screening pre-operatorio attraverso una collaborazione tra chirurgo e psicologo poiché è bene approfondire cosa vi è oltre la richiesta manifesta di intervento estetico.
Valutare lo stato emotivo e i vissuti della persona che fa una scelta così impegnativa credo sia importante per comprendere le reali motivazioni e le aspettative circa l’intervento, al fine di poter salvaguardare la sua salute psico-fisica della persona stessa. È per questo motivo che questi interventi dovrebbero essere valutati con molta attenzione quando la richiesta è fatta soprattutto dagli adolescenti, oggi sempre più diffusa. Il chirurgo e lo psicologo potrebbero, in alcuni casi, ipotizzare per la persona un supporto psicologico prima dell’intervento chirurgico e/o post-operatorio, al fine di aiutare la persona a riconoscere i benefici psicologici pre e post intervento e ad affrontare le ‘perdite’ di parti di sé dopo l’intervento estetico stesso.
Ogni situazione è a sé, non è bene generalizzare tuttavia, sento di poter dire che la nostra mente ha il potere di rendere schiavo il nostro corpo, cercando di perseguire un ideale di perfezione! Solo la chirurgia estetica, in alcuni casi, non risolve i disagi interiori. In questo modo la persona sta affrontando solo ciò che vede con i suoi occhi, ma non ciò che sente con il suo cuore.
Se si soffre di una forte emicrania, una pillolina, dopo un po’ di tempo, la placa. Ma l’emicrania è un sintomo che esprime una modificazione interna dell’organismo. La percezione di un difetto estetico dunque può modificarsi attraverso l’intervento chirurgico. Certo, ma la percezione del difetto estetico è l’espressione di un disagio interiore, di un vissuto emotivo che non può essere non considerato in fase pre-operatoria, e con cui, alle volte si fa i conti anche dopo l’intervento.
Ribadisco dunque la necessità, soprattutto in fase evolutiva, della collaborazione tra chirurgo estetico e psicologo. La bellezza del corpo sta nella sua armonia con la mente e con il cuore, nella sua fluidità, nei suoi movimenti armoniosi e pieni di energia. Un corpo vivo e vibrante è un bel corpo e non un corpo schiavizzato dalla mente o prepotente verso essa.