Per chi oggi ha meno di trenta anni, le “storie” sono una delle funzioni rese disponibili da un noto social network; per chi invece ha superato da tempo quella età, sono i racconti che zii e nonni usavano per affascinare i nipoti e trasportarli in un mondo fantastico.
Uno degli effetti del teatro è proprio quello di farci tornare tutti bambini, sospendere la nostra razionale incredulità da adulti e catapultarci tra fate e giganti, pirati e principi azzurri. Poi c’è il teatro che racconta una realtà tanto incredibile da sembrare inventata, quei pezzi di vita che è stata vissuta vicino a noi ma che abbiamo sempre ignorato, quegli stralci di cronaca troppo piccoli per diventare Storia e troppo importanti per scomparire nell’oblio.
Storie di luoghi, luoghi di storie
Alfredo Traversa è un archeologo di luoghi e di storie, Grottaglie deve a lui la scoperta delle Cave di Fantiano, che da luogo dimenticato sono oggi uno dei luoghi simbolo dell’intero Sud Italia, palcoscenico affascinante per eventi internazionali come il “Cinzella Festival”, ma è sempre Traversa ad aver trasformato vecchie botteghe ceramiche e frantoi ipogei in vere e proprie “macchine della memoria”, in cui far rivivere racconti ed eventi che uniscono e affratellano luoghi e genti al di la ed al di qua del Mediterraneo.
Dalle sue performance con il “Teatro della Fede” al suo racconto della vita e della morte di Santa Scorese, passando per il dramma di “Confiteor” e la commedia de “Il Complesso dell’obelisco”, Alfredo Traversa si è sempre dimostrato capace di scovare reperti minuti ed ai più invisibili e su questi ricostruire un passato che affascina e seduce, che riecheggia archetipi e richiama memorie ancestrali.
Complice l’isolamento forzato imposto dal Covid-19, dalla sua penna è nato “Mussolini e mia suocera”, un agile libretto in cui le personalissime memorie di una suocera (e che suocera!) si intrecciano con la vita di un giovane Benito Mussolini, ancora socialista e rivoluzionario, anticlericale convinto ed amante delle donne.
Una Grottaglie che forse non tutti conoscono
Nel racconto della gioventù di colui che anni dopo sarà il Duce di una Italia trascinata in un sogno forse troppo più grande dei quanto poteva concedersi, si incastonano i ricordi di una Grottaglie che forse ben pochi conoscono: la città che prima di Taranto aveva un ginnasio, il teatro che grazie alla illuminazione della strada di accesso aveva creato uno “struscio” ante litteram, il primo pensionato del Regno d’Italia, garibaldino che aveva donato alla Patria la vista e una gamba. E poi la azienda agricola così all’avanguardia da essere ammirata anche al Nord, l’uomo di ingegno che disegnò la rete tramviaria milanese ed il bambino protagonista della ultima, straziante, scena di “Roma città aperta”.
C’è tutto questo ed anche di più, in “Mussolini e mia suocera”, così tanto affascinante da farlo sospettare frutto di una fantasia conciliata da una pennichella post-prandiale agevolata da due abbondanti porzioni di “fae e fogghie” e favorita da una robusta bevuta di Primitivo, un tempo vino da villani ed oggi – sic transit gloria mundi! – nettare per signori. Ma se le doti culinarie della suocera sono eccelse – e Alfredo, da genero accorto, non manca di sottolinearle – a lei va attribuito il ruolo niente affatto marginale di chi a tratti evoca memorie ed a tratti mette in dubbio la cronaca, deplorando piccoli e grandi peccati, che si tratti di sedurre donne sposate o annacquare il vino servito a tavola, offrendo il destro alla voce narrante.
Una Storia fatta di tante storie
Pochi compiti sono più difficili del voler raccontare un opera di Alfredo Traversa perché, ogni volta, le più piccole parti, apparentemente secondarie e in secondo piano, si rivelano poi sempre necessarie ed indispensabili alla architettura del racconto, artistica conferma del detto popolare che ammonisce che “ogni petra oza muro”. Abbiamo detto troppo eppure troppo poco, chi vuol sapere quanto e come la storia di Grottaglie è legata a quella di Mussolini, di suo figlio e di suo nipote, chi vuol ritrovare la genesi delle fontane dell’Acquedotto Pugliese che ancora oggi dissetano il centro storico, chi vuol scoprire come (forse) nacque la “Taranto – Milano” non ha che da leggere questo libro, farsi prendere per mano da Alfredo, farsi accompagnare tra gli eloquenti silenzi della “controra” del centro storico di Grottaglie e – perché no – cedere al ghiribizzo di ascoltare il racconto di chi ha vissuto anni lontani, conservandone una memoria ben più utile e sorprendente di quella del nostro smartphone.
“Il pranzo domenicale con mia suocera sta per terminare ma, prima del caffè, i fatti assumono un altro significato”
(Dalla quarta di copertina)
Il libro può essere richiesto presso “La Casa del Libro” in via Trieste a Grottaglie