“Sta suscitando notevole scalpore la vicenda legata al futuro utilizzo del complesso monumentale, di alto pregio architettonico, dell’ex convento di Monteoliveto, sito nella Città Vecchia di Taranto.” Lo si legge in una nota firmata da numerosi esponenti dell’associazionismo ionico, in cui si spiega: “Come è noto l’Agenzia del demanio, mesi orsono, ha indetto una gara per acquisire offerte di acquisto dell’intero complesso conseguendo un’offerta ritenuta non congrua dai competenti uffici ministeriali; avvalendosi delle facoltà previste per lo Stato in casi analoghi, l Agenzia del demanio, obbligata ad offrire agli enti locali la opzione a parità di condizioni, ha formalizzato alla Regione, alla Provincia ed al Comune di Taranto , la disponibilità a cedere l’immobile al prezzo di 920mila euro.
Questa circostanza, – si evidenzia nella nota – ha allarmato l’opinione pubblica e di ciò si è fatto interprete un gruppo di cittadini, sensibili alla materia, che si sono riuniti nella giornata di ieri presso l’associazione “La Città che Vogliamo”.
Nel corso dell’incontro, è stata dibattuta l’intera problematica e, con il contributo dei consiglieri comunali Liviano e Capriulo, è emerso che la possibilità, per il Comune di Taranto, di disporre di un bene architettonico tanto prezioso come Monteoliveto, era stata già oggetto di apposita delibera comunale , n109 del 24 giugno 2011; infatti, il Comune poteva avvalersi della facoltà di prevedere un piano di valorizzazione ai sensi dell’ art 112 comma 4 del decr. l.vo 42/2004, con la stessa procedura dei Baraccamenti cattolica.
La mancata attivazione di questa procedura, ha comportato che per l’acquisizione del complesso di Monteoliveto, ai sensi dell art 5 comma 2 del decr. l.vo 85/2010, l’ente locale dovrebbe ora procedere in forma onerosa offrendo la somma dei 920mila euro di cui sopra.
Nel corso del dibattito e di approfondito esame della problematica in tema di aree demaniali, – prosegue la nota – è stata unanime la valutazione secondo la quale l’area di crisi socio-economica di Taranto, non può non aspirare al diritto di pretendere un risarcimento anche in termini di recupero di volumi di pregio architettonico.
E’ stata espressa, dunque, l’unanime e ferma volontà, di attivare ogni possibile procedura che consenta di utilizzare l’antico complesso come merita, magari di intesa con il mondo sociale già tanto sensibile ai notevoli problemi di recupero sociale, economico, urbanistico dell’Isola madre.
Coerentemente a quanto sopra detto, – conclude la nota – da parte di tutti i presenti è stato infine, manifestato l’auspicio che in seno al prossimo consiglio comunale del Capoluogo, emerga univoca e decisa la volontà di dotare tutta la collettività di un bene immobile tanto prestigioso come Monteoliveto che può rappresentare, a giudizio dei presenti, un primo, reale punto di svolta nell’adozione da parte dell’Ente locale di politiche di rigenerazione urbana, di rinascita e di risanamento di quel bene incommensurabile che è la città vecchia”.
Giovanni Guarino (la città che vogliamo) Mimmo Nume (la città che vogliamo) Emanuele Papalia (Teichos) Nino Palma (RigenerIamo Taranto) Fabrizio Iurlano (officine Taranto) Pasquale Ordine (officine Taranto) Vittorio Angelici (la città che vogliamo) Cinzia Amorosino (progentes) Massimo Catucci (la città che vogliamo) Mimmo Guida (la città che vogliamo) Leo Corvace (ambientalista) Daniele Nuzzi (archeologo) Pino de Bellis (ingegnere) Nicola Baldi (medico) Massimo Prontera (architetto) Aldo perrone (preside), Associazione “L’altra Taranto“