Santoro Filippo arcivescovo Taranto
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L’occasione è data dalla cerimonia di premiazione di studenti e scolaresche, nella seconda edizione del concorso diocesano “Custodia del creato. Una responsabilità di tutti tra grandi scelte e piccoli gesti quotidiani”.

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Tra le principali questioni che riguardano la città di Taranto, c’è proprio quella della salute, dell’ambiente, della vita, insieme a quella dell’occupazione, ha ricordato il Vescovo Mons. Filippo Santoro, di cui riportiamo le riflessioni.
Se non si comincia con una formazione negli anni dell’infanzia, poi nelle elementari, medie inferiori e superiori, difficilmente troveremo delle persone, dei cittadini che lavorano adeguatamente.
Allora il mio invito è proprio quello di investire nella formazione, nella cultura, dalle cose più semplici alle cose più complicate. Se davanti a casa, davanti alla scuola per esempio c’è una piazza che non è curata, d’accordo con gli organismi scolastici, se non lo fanno altri, la curiamo noi. È come quando io vado in un corridoio e trovo una carta per terra, non l’ho buttata io, non la lascio lì, la raccolgo ma non per dovere, ma proprio per amore della bellezza, dell’ordine, della cura della casa comune. Come anche, sono convintissimo che qui a Taranto dovremmo fare dei progressi sulla raccolta differenziata, dobbiamo farli, perché sono cose importanti, e ci vuole un po’ di attenzione particolare, ma non sono cose impossibili“ ha osservato Mons. Filippo Santoro.

Queste sono tante piccole cose che vanno nella direzione di formare la coscienza, per cui si è responsabili della terra in cui si abita.
Papa Francesco ha scritto l’enciclica Laudato si, per la cura della casa comune. Si è responsabili della propria casa e non si può tenerla male, perché deve essere un luogo in cui ci si sente ben accolto, in famiglia e dove ognuno che ci abita deve fare la sua parte.
Allora è importante che ciò accada non solo per la nostra casa, ma anche per la cura della casa comune e noi dobbiamo passare dalla mentalità individualista, in cui si pensa solo a se stessi, ad una mentalità comunitaria, e attenta all’ambiente.
Siamo contenti non quando ci chiudiamo in noi stessi, ma quando ci apriamo con gli altri, entriamo in rapporto, viviamo insieme, lavoriamo insieme, giochiamo insieme, studiamo insieme.
La bellezza è proprio nella vita in comune, nella vita della collettività, perché la persona si realizza quando si dona, non quando accumula per i fatti suoi.
Deve avere il giusto e il necessario ma la realizzazione è nel dono di sé, nel rapporto, nel dialogo, nella costruzione con gli altri.

Perciò io ritengo indispensabile che l’avventura dello studio, l’avventura dello stimolo al sapere, è una grande opportunità perché fa emergere il meglio che c’è in noi, e quindi si spiega così il lavoro che fa la nostra Commissione episcopale per i Problemi sociali, il Lavoro, Giustizia, Pace e Custodia del creato, la scuola, gli insegnanti. Tutto concorre per formare le persone, innanzitutto intelligenti, che usano il loro carisma, e poi sensibili, perché si può essere bravissimi ma grandi egoisti. Meglio essere bravi nella media, però aperti agli altri, che una torre d’avorio per i fatti propri” ha sottolineato il Vescovo.

È molto importante questa capacità di mettere insieme l’intelligenza e la disponibilità al dialogo, all’incontro con gli altri. Bisogna apprezzare le persone che hanno genialità, ma c’è una genialità del conoscere ed una genialità nei rapporti. Se un altro ha bisogno, lo si aiuta. Se addirittura ti fa un dispetto, non bisogna ricambiare con un altro dispetto, altrimenti ci facciamo la guerra.
Invece gli si chiede perché l’ha fatto, quali sono i motivi, cioè bisogna favorire il dialogo, favorire un rapporto positivo con le persone.
Allora io ho imparato innanzitutto dalla mia famiglia, poi dai maestri, dagli educatori, ma la cosa più bella che ho imparato è questa: quando fai un tema, diceva la mia insegnante, devi essere soddisfatto del tema che hai fatto, devi fare una cosa bella. Quindi voi dovete dare proprio il meglio. Dovete esprimere al massimo la ricchezza che avete dentro, deve venire fuori tutto il bene che c’è in ciascuno di noi, e questo è il compito di un bravo insegnante che non è che deposita cose in voi, ma fa venir fuori tutto il tesoro che c’è nel cuore di ciascuno. E da questo cuore deve venire prima di tutto l’attenzione per le persone, poi l’attenzione per l’ambiente, perché tutto fa parte della nostra casa che il Signore ci ha dato. Così diventiamo bravi cittadini, bravi cristiani, costruttori di speranza e questo concorso è una tappa nel cammino della costruzione della nostra personalità. Il Vescovo è molto contento di questo lavoro e lo porterà avanti, perché i più sensibili ai problemi sono proprio i bambini, i ragazzi e i giovani” ha concluso.

Di seguito l’elenco dei premi e le scuole vincitrici: 200 euro per la Scuola dell’Infanzia I.C. Madonna della Camera (plesso De Gasperi) di Monteparano, 250 euro per la Scuola Primaria I.C. Pascoli (plesso Nesca) di San Giorgio Jonico, 250 euro per la Scuola Secondaria di primo grado I.C. De Amicis (plesso Foscolo) di Talsano.
Per la Scuola Secondaria di secondo grado, 300 euro sono andate all’ I.P.S. Cabrini di Taranto per i due lavori multimediali “Cosa abbiamo fatto alla nostra casa?” della 1° A Aziendale e “Le sostanze tossiche sono ovunque” di Giorgia Greco della 3° A Chimica, e per la ricerca“La Terra siamo noi” di Eva Cassano della 3°A Grafico.

Francesca La Neve, professoressa di Scienze e Biologia, docente referente per i due lavori multimediali, si è così espressa in merito: “L’Istituto Cabrini è tradizionalmente impegnato ad educare i giovani alla cura e al rispetto dell’ambiente, per promuovere e diffondere nuovi e più sostenibili stili di vita. Infatti, da anni, nel nostro Istituto si effettua la raccolta differenziata dei rifiuti, si sono attuati progetti Transnazionali come l’Erasmus + e, prima ancora Comenius, e si svolgono attività di Alternanza Scuola/Lavoro sulle tematiche ambientali. Pertanto, abbiamo subito accolto la proposta progettuale promossa dall’Arcidiocesi di Taranto, poiché siamo fermamente convinti che la custodia del Creato sia fondamentale affinché le generazioni future possano ricevere un mondo migliore in cui vivere”.

Nel corso della cerimonia è stato illustrato dalla professoressa Candida Faliero, il bando della terza edizione del concorso per l’anno scolastico 2017-18, che presenta tre tracce su cui gli studenti potranno cimentarsi. La prima induce a riflettere sul consumismo eccessivo che fa pagare il prezzo più alto soprattutto ai poveri e all’ambiente. La seconda promuove una riflessione sulla necessità di recuperare stili di vita attenti e rispettosi di ogni risorsa indispensabile alla vita, a cominciare dall’acqua. La terza invita a considerare che non è possibile risanare la relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane.

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