«Jeans e mimetica, con il nome “Renzi” stampato sul petto. È l’abbigliamento scelto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi sia in precedenza in Afghanistan sia in Libano, per la sua visita al contingente italiano» Michele Mirelli commenta la recente visita del Presidente del Consiglio dei Ministri ai contingenti italiani in missione all’estero.
«Il premier – ricorda Mirelli – ha passato in rassegna le truppe e reso onore ai caduti italiani. Poi ha pronunciato un breve discorso scritto, all’inizio del quale ha invitato a “dare il riposo” ai soldati che lo ascoltavano sull’attenti. «Se la vicenda non fosse maledettamente seria occorrerebbe dire a Renzi che non basta travestirsi da Rambo per evitare la esposizione dell’Italia ad atti di terrorismo, anzi è vero esattamente il contrario, come con assoluta moderazione fa il Ministro Gentiloni. “Dopo il Presidente del Consiglio operaio, siamo al Presidente generale”, ebbe ad ironizzare il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto commentando la visita del premier al contingente italiano.
Renzi si è fatto esentare secondo il classico: “Tengo famiglia” Matteo Renzi vestito come Rambo che arringa le truppe neanche fosse il generale Patton, è sembrato così infervorato nel suo discorso da far immaginare chissà quale curriculum militare nel suo passato. Eppure, proprio lui che ama ricordare in ogni occasione i suoi trascorsi nei boy scout, tanto da citare a ogni pie’ sospinto i discorsi di Baden Powell, ha sempre calato un velo pietoso sui suoi trascorsi al servizio della Patria. Appena insediato a Palazzo Chigi, un’associazione di reduci di guerra gli aveva inviato una mail nella quale si chiedeva molto semplicemente: «Renzi ha mai fatto il militare?». Una domanda semplice semplice alla quale gli spin doctor di Renzi hanno preferito non rispondere mai. Sarebbe stata troppo imbarazzante la risposta.
No, Renzi non ha mai fatto il militare (insieme ai tre quarti dei rappresentanti di governo) – conclude Mirelli – avendo presentato domanda per farsi esentare perché doveva accudire la moglie e il figlio. Nel segno del più classico dei motti italici: “Tengo famiglia”. Altro che Rambo».