“Il Parco delle Gravine non può più aspettare!” Questo è l’appello che i meetup a 5 stelle presenti nei Comuni che ricadono nel Parco delle Gravine hanno lanciato.
Gli attivisti penta stellati ionici dei Comunicato stampa congiunto dei meetup Castellaneta 5 stelle, Amici di Beppe Grillo Massafra, Crispiano 5 stelle, Futuro a 5 stelle Grottaglie, Grottaglie a 5 stelle, Amici di Beppe Grillo Statte, Massafra Pentastellati, Laterza Attiva 5 Stelle e Amici di Beppe Grillo Grottaglie illustrano in una nota il loro punto di vista e spiegano: «Chiediamo l’attuazione della L. R. n. 18/2005 “Istituzione del Parco naturale regionale “Terra delle gravine” con l’istituzione dell’Ente di gestione del Parco (art. 5) e revoca di deleghe alla Provincia di Taranto.
Dopo diversi incontri sul tema, fra gli attivisti di Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Mottola, Laterza, Grottaglie, Massafra, alla presenza di portatori di interesse (agricoltori, allevatori, associazioni, tecnici ed esperti), del Consigliere Regionale del M5S Marco Galante e del Sindaco di Ginosa del M5S Vito Parisi, siamo arrivati alla conclusione che quello che poteva essere un volano per l’economia locale è diventato una cattedrale nel deserto a causa dell’immobilismo di chi ha amministrato in questi 11 anni.
La Legge Regionale n. 18/2005 “Istituzione del Parco naturale regionale “Terra delle gravine” – modificata nel 2011 – è rimasta lettera morta – affermano i meetup ionici.
Quello che chiediamo è l’applicazione della legge.
L’Ente di gestione delle aree naturali protette non è stato, a distanza di ben 11 anni dalla emenazione della legge, mai costituito, ma affidato, in via provvisoria, alla Provincia di Taranto. L’art. 18 comma 1 della L. R. 18/2005 infatti così dispone “ Fino alla costituzione degli organi dell’Ente di gestione delle aree naturali protette della Provincia di Taranto, le funzioni attribuite a quest’ultimo dalla presente legge sono svolte dalla Provincia di Taranto”.
Questo “Ente” ai sensi dell’art. 6 (Strumenti di attuazione) della stessa legge, avrebbe dovuto dotarsi : di un “ Piano territoriale dell’area naturale protetta , di un Piano pluriennale economico sociale dell’area naturale protetta e di un Regolamento dell’area naturale protetta (di cui, rispettivamente, agli artt. 19, 20 e 21 L.R. 19/97 “Norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella Regione Puglia”).
Le citate leggi regionali sull’istituzione del Parco delle gravine in Puglia – ricorda la nota dei cinque stelle ionici – trovano a loro volta fondamento normativo nella Legge quadro sulle aree protette n. 394/1991, che è una legge nazionale attualmente oggetto di revisione in Parlamento, che ha rappresentato una svolta nella politica ambientale in Italia, costituendo una vera e propria pietra miliare in materia di politica di conservazione del nostro patrimonio naturalistico e faunistico, degli habitat naturali, dei valori paesaggistici, degli equilibri ecologici e idrogeologici, con annessa salvaguardia e valorizzazione dei beni storico- architettonici presenti e delle attività agro-silvo-pastorali.
La ratio legis è quella di abbinare alle finalità di conservazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico uno sviluppo economico locale “sostenibile”, attraverso soprattutto il turismo e la promozione delle economie locali tradizionali.
Tutte queste finalità, sono rimaste, lo denunciamo, lettera morta nella mani di un’ Ente di gestione fantasma e di una “Provincia di Taranto” che non si è mai attivata nella gestione del parco.
Se consideriamo che a livello regionale i comuni interessati sono 14 e ben 13 ricadono nella Provincia di Taranto abbiamo il quadro di quanto questa Provincia, o meglio i suoi amministratori, siano stati assenti e responsabili della perdita di una enorme opportunità di sviluppo di questi comuni.
Chiediamo dunque l’applicazione di questa importante legge e che la Regione, in ottemperanza all’art. 18 comma 3 della stessa, istituisca un tavolo di concertazione a cui partecipino le Amministrazioni provinciali e comunali interessate che verifichi l’attuazione di quanto disposto dall’art. 4 (Azioni di valorizzazione del territorio e norme di tutela) posto che tale norma così espressamente recita “ Decorsi otto mesi dalla entrata in vigore della presente legge la Regione istituisce un tavolo di concertazione a cui partecipano le Amministrazioni provinciali e comunali interessate; tale tavolo verifica l’attuazione di quanto disposto dall’art. 4 e propone eventuali modifiche dello stesso”.
La richiesta di modifiche è quindi un diritto e noi chiediamo che alla Provincia di Taranto venga revocata la delega normativa alla gestione del parco attraverso l’istituzione dell’Ente di gestione, con conseguente dotazione degli strumenti di attuazione, come prevede la legge e non attraverso il “commissariamento” (previsto dall’art. 16 in caso di “gravi inadempienze gestionali o fatti gravi contrari alle normative vigenti o per persistente inattività”) il quale porterebbe a un altro nulla di fatto, disattendendo lo spirito della legge.
Non possiamo permetterci di perdere una simile occasione di sano sviluppo per il nostro territorio – conclude la nota degli attivisti penta stellati ionici. Non esiste in tutta l’Europa occidentale un’area con analoga concentrazione di insediamenti rupestri e siti archeologici, con ricchezze e fenomeni carsici di simile rilevanza, con paragonabile patrimonio di biodiversità.»