Un farmaco generico è un medicinale a base di uno o più principi attivi, prodotto industrialmente, non protetto da brevetto o da certificato protettivo complementare, identificato dalla denominazione comune internazionale del principio attivo o, in mancanza di questa, dalla denominazione scientifica del medicinale, seguita dal nome del titolare dell’ AIC, che sia bioequivalente rispetto ad una specialità medicinale già autorizzata con la stessa composizione quali-quantitativa in principi attivi, la stessa forma farmaceutica e le stesse indicazioni terapeutiche.
Da questa definizione risulta essere evidente che un farmaco generico risulta essere del tutto e per tutto uguale al suo corrispettivo “di marca”. Ma allora perchè esiste ancora un certo scetticismo da parte della gente a prendere un farmaco generico preferendogli quello “di marca”? I motivi sono essenzialmente tre. Il primo motivo è di carattere economico. Forse sembrerà paradossale ma soprattutto quando c’è di mezzo la salute l’ ultima cosa a cui si pensa è quella di risparmiare.
E allora l’ idea di comprare qualcosa che costa di meno, in questo caso in media circa il 20 % in meno, rischia di suscitare quella incertezza che si stia prendendo un qualcosa di alternativo, una sorta di seconda scelta una specie di “tarocco” che si avvicina ma in realtà non è il farmaco di cui si ha bisogno. Questa è un’ idea del tutto errata priva di un minimo di fondamento e completamente irrazionale in quanto il principio attivo è lo stesso. E allora perchè il generico costa il 20 % in meno del corrispettivo “di marca”?
Il motivo è che le aziende farmaceutiche che producono il “generico” non devono recuperare i soldi investiti nella ricerca e nello sviluppo del farmaco già sostenuti al tempo dall’ azienda depositaria del brevetto ormai scaduto. Questi studi (di fase I, II e III) chiaramente una volta che il farmaco è stato approvato non hanno motivo di essere richiesti. Altro concetto importante è che un farmaco nuovo subito dopo la sua approvazione è brevettato dalla casa farmaceutica che lo ha prodotto e pertanto non esiste in commercio il suo “generico”.
I brevetti però col tempo vanno incontro a scadenza e quindi altre case farmaceutiche possono produrlo utilizzando il suo nome scientifico, cioè quello del suo principio attivo, al posto di quello di fantasia dato dalla prima casa produttrice, che comunque proseguirà a tenerlo in commercio con quel nome al prezzo precedente.
Il secondo motivo è che a volte si ha paura a prendere questi farmaci generici perchè si pensa possano essere prodotti in India o in Cina in modo artigianale privo di controlli circa la qualità del prodotto o utilizzando eccipienti non all’ altezza in grado di alterare la struttura del principio attivo o di suscitare reazioni allergiche o inaspettate. Anche questa convinzione non ha una base razionale, infatti i procedimenti adottati per la produzione ed il controllo di qualità del farmaco generico devono rispettare tutti i principi e le linee guida delle Norme di Buona Fabbricazione. Pertanto il farmaco generico è un prodotto con le stesse garanzie di qualità del corrispettivo farmaco “di marca”.
Infine l’ ultimo aspetto che giustificherebbe la ritrosia di alcune persone a prendere il generico è che spesso il medico nel compilare una ricetta scrive il nome commerciale del farmaco. Quindi una volta giunto in farmacia il farmacista pur suggerendo al paziente di prendere il corrispettivo generico nel lodevole intento di farlo risparmiare trova il cliente impreparato che per non smentire il medico prende comunque il farmaco col nome commerciale.
Il farmacista può proporre al cliente il corrispettivo generico al prezzo più basso e questo non comporta assolutamente una riduzione nell’ efficacia del trattamento. Le uniche situazioni in cui deve essere dato al cliente il farmaco col nome commerciale scritto sulla ricetta è quando il medico nel compilarla vi scriva anche che quel farmaco che ha prescritto è insostituibile.
A questo punto il farmacista non può più proporre al cliente medicinali generici al prezzo inferiore ed il cliente deve pagare la differenza, a meno che non torni dal medico e si faccia prescrivere nuovamente il farmaco come generico. Succede infine che alcune persone prendendo il farmaco col nome commerciale riferiscano benefici superiori al generico. Questa è una classica reazione dovuta all’ effetto placebo cioè non effettivamente dovuta al meccanismo d’ azione del farmaco ma alla componente emotiva del paziente.
In questo caso il medico dovrebbe rivalutare il corredo sintomatologico del paziente cercando di capire se ha effettivamente bisogno di assumere quel determinato farmaco.