«Da una parte il Contratto Istituzionale di Sviluppo voluto dal Governo, dall’altra la nuova legge per Taranto, proposta con la quale la Regione intende individuare “strumenti straordinari” per la promozione dello sviluppo del capoluogo ionico. Quanta attenzione per Taranto! Quante opportunità! Verrebbe da dire. Peccato che invece Taranto, ancora una volta, rischia di essere il teatro in cui si celebra l’eterno conflitto fra il governo regionale e quello nazionale. Anzi, sarebbe meglio dire tra il Governatore della Puglia Michele Emiliano e il Presidente del consiglio Matteo Renzi.» Lo dichiara Giuseppe Massafra, Segretario Generale CGIL Taranto
«Potremmo dire: “bagarre politica” – aggiunge Massafra. Ma a fronte di questa bagarre per leadership, primati o primogeniture, non ce ne voglia nessuno, noi continuiamo a temere solo e soltanto per le comunità di cittadini e lavoratori coinvolti.
Tutto ciò, infatti, rischia di essere a discapito del territorio, che nello “scontro” istituzionale, non solo rischierebbe di non cogliere alcuna delle opportunità offerte dagli strumenti di programmazione che appartengono a due visioni di sviluppo profondamente diverse, ma rischierebbe di acuire le fratture di una società sempre più disorientata che in questo scenario, finisce per allontanarsi inesorabilmente e irresponsabilmente dalle istituzioni.
Anche quegli strumenti che invocano la partecipazione dal basso diventano una spada di cartone con cui brandire il concetto di democrazia, come se l’esercizio fosse solo in base all’atto di scegliere e non pertanto di escludere ed assumersene le responsabilità.
In un clima di sfiducia generale – evidenzia il Segretario Generale della CGIL di Taranto – tutto ciò appare come la scelta da parte di alcuni rappresentanti istituzionali di una proroga infinita, senza assunzioni di responsabilità, senza indicazioni chiare, nitide, nette della strada su cui procedere. Pannicelli caldi che rischiano di far passare come “democratiche e partecipate” quelle scelte “panciste” di gruppi più o meno organizzati che nella stragrande maggioranza dei casi rappresentano solo loro stessi.
Ma le istituzioni non devono “organizzare” o “coordinare” i comitati o i movimenti, hanno obbligo ben più grande: studiare le soluzioni, proporle con criterio e validità tecnico-scientifica, certificarle in un percorso che come sindacato continuiamo a considerare indispensabile ovvero senza lasciare indietro nessuno!
Il concetto di rappresentanza continua ad essere progressivamente svilito in nome di un rapporto diretto fra le istituzioni e la società. Un rapporto che può avere alcuni immediati vantaggi elettoralistici, ma che non può certo determinare scelte utili a costruire una prospettiva a lungo termine.
Allora diciamocelo chiaro – conclude Massafra: oggi l’impressione è che non si stia guardando al futuro di Taranto, ma solo alla prossima imminente campagna elettorale che riguarderà il Comune di Taranto. Se è così, presto tutti i nodi verranno al pettine perché anche la futura giunta dovrà amministrare e possibilmente scegliere ed escludere. Ma forse anche in questo caso Taranto e i tarantini avranno perso l’ennesima occasione per essere la città che tutti vorremmo!»