«Nei giorni scorsi si è tenuta la manifestazione dell’ordine degli ingegneri di Taranto che ha ospitato la proposta di decarbonizzazione dell’Ilva avanzata dalla responsabile della Regione Puglia.» Lo ricorda in una nota Giampiero Mancarelli, ex Assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto e firmatario della AIA 2012.
«Una bella suggestione – afferma Mancarelli – condita di errori e grossolane imprecisioni. In ordine: 18 mesi per la realizzazione di una proposta del genere rimane assolutamente inattuale; si tratta, infatti, di una previsione non supportabile nemmeno negli aspetti squisitamente tecnici ovvero nei tempi di costruzione, ad esempio, dei forni elettrici che abbisognano di minimo 30 mesi.
Affermare la utilizzabilità dello Yard Belleli, poi, come luogo per la rigassificazione – prosegue Mancarelli, è un azzardo assolutamente irrealizzabile. Quel sito, come qualsiasi addetto ai lavori sa, è da bonificare interamente e richiederebbe, a fronte della legislazione vigente carotaggi e attività non esauribili in un arco temporale di pochi mesi.
Sono state, poi, mostrate foto di cokerie non afferenti alla situazione attuale. Tutti, infatti, dovrebbero essere a conoscenza del fatto che oggi la maggior parte delle stesse sono spente perché non in linea con le prescrizioni Aia, in materia ambientale.
Le cokerie sono le maggiori responsabili delle immissioni del Benzoapirene; oggi risultato spente nella quasi totalità.
Liquidare, poi, la questione della riallocazione dei dipendenti con un “saranno impiegati nella riconversione” pare piu’ una sorta di inciso di intenti senza alcuna valenza ne tecnica ne pragmatica.
La semplicistica riconversione a gas dello stabilimento porterebbe ad una riduzione drastica del numero dei dipendenti pari a quasi 9000 esuberi di cui non vi è traccia ne indicazione, ne menzione.
Ascoltare, poi, che nulla è stato fatto per la copertura dei parchi è assolutamente destituito di fondamento in quanto è stata conclusa la conferenza di servizi per la autorizzazione della struttura e si aspetta di conoscere l’esito della vendita. Basti ricordare che le aree Sin sono sottoposte a vincoli ambientali e amministrativi imponenti, tanto da aver portato ad un lungo iter amministrativo. Questo vale per lo Yard Belleli, quanto per le aree di copertura dei parchi.
Dispiace – rimarca Mancarelli – e lascia un po’ disorientati, poi, il fatto che, proprio chi enuncia tali tesi, in qualità di custode giudiziario di Ilva, quindi con una profonda conoscenza degli impianti, possa commettere grossolani errori.
Nessuno studio di fattibilità approfondito, quindi. In soldoni molta superficialità, tanto incanto e fascino.
Brandire oggi, poi, questa ipotesi di lavoro in maniera poco tecnica e molto politica potrebbe portare ad alterare le dinamiche in corso sulla procedura di vendita con esiti irreparabili e non calcolabili.
Tutto questo non deve assolutamente servire a dividere le forze istituzionali; non possiamo permettercelo per le migliaia di cittadini e di operai.
Oggi siamo in una fase delicata in cui nessuno puo’ dettare le scelte industriali. Non è nella disponibilità di alcuno poter intervenire nella scelta di riconversione totale. Siamo sotto la lente della Comunità Europea che guarda con attenzione ai passi da farsi ed eventuali ingerenze, seppur suggestive, rischiano di provocare uno smottamento sulla infrazione che potrebbe essere fatale.
Introduzione del gas in Ilva, non è, sia chiaro, una chimera: il piano Ronchi ne’ è la riprova approfondita ( oltre le sei milioni di tonnellate si passa al gas). Certo credere che si possa trasformare tutta la produzione in questa modalità, si, questa è una mera suggestione priva di ogni struttura tecnica e scientifica, rischiando di far naufragare ogni possibile soluzione.
Credo sia giusto chiarire i termini e il perimetro di questa delicata vicenda e non credo sia consentito a nessuno giocare sul futuro e il destino di Taranto.
Intanto la Regione Puglia guardi ai dati epidemiologici che per le malattie tumorali ha un arco di latenza di 10 anni e dia una soluzione alla domanda di salute territoriale che vede una caotica dismissione degli ospedali ma anche una piu’ importante attenzione al reddito per gli stessi lavoratori Ilva, come avviene nella lontana Liguria.
Da qui – conclude Mancarelli, sono certo il Presidente ci farà misurare la sua azione. Con i fatti e non con le suggestioni.»