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«Un dato è inconfutabile: la sinistra preferisce avere una centrale ad olio combustile, obsoleta e vecchia di 60 anni, piuttosto che una nuova che porterebbe, tra l’altro, enormi benefici occupazionali per il territorio. Tradotto vuol dire che la sinistra pugliese è per il ‘no’ alla tecnologia, all’innovazione, alla tutela reale dell’ambiente e della salute, e come sempre anche al lavoro». Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso, commentando il parere della Giunta regionale sul potenziamento della centrale Eni.

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«Hanno bocciato il progetto di Enipower – aggiunge Lospinuso – che, con un investimento di 340 milioni di euro, avrebbe portato a 500 posti di lavoro per dieci anni e interessato decine di imprese tarantine, comportato l’autosufficienza energetica della raffineria e la sua solidità finanziaria, oltre ai benefici per l’ambiente e la salute pubblica che tecnologie innovative consentono.

Dopo questo ‘no’, il progetto è stato ridimensionato e la Giunta Vendola-Emiliano ha perso un’altra occasione per rilanciare Taranto. C’è chi, infatti, si permette il lusso di ‘sbuffare’ davanti a un investimento di 100 milioni di euro, che darebbe respiro all’indotto industriale.Un indotto oggi in ginocchio, come è noto.

Renzi aveva promesso, a Natale, che sarebbe venuto a Taranto ed oggi, che siamo quasi a Pasqua, del premier non abbiamo visto neanche l’ombra. Eppure dovrebbe proprio venire a trovarci, prima che il decreto venga convertito, per ascoltare il grido di dolore di imprese e lavoratori, fornitori, autotrasportatori, per rivedere i correttivi allo stesso decreto che oggi lasciano assolutamente insoddisfatti tutti gli attori economici.

Le imprese hanno solo una colpa: quella di essersi fidati dello Stato durante la gestione commissariale dell’Ilva, e così hanno maturato crediti che non possono riscuotere. Per loro, il decreto ‘Salva Taranto’ suona come una beffa e rischia di trasformarsi, paradossalmente, nella condanna a morte di Taranto.

Mi auguro davvero – conclude Lospinuso – che si trovi immediatamente una soluzione per pagare i debiti contratti dell’Ilva. Altrimenti, sarebbe una morte annunciata e un fallimento per tutta la nostra Provincia».

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