«Un’assemblea pubblica nella quale come CGIL, SLC CGIL ed Assostampa abbiamo deciso di dare un “microfono aperto” ai lavoratori del settore dell’informazione, dai giornalisti ai tecnici, per portare sotto i riflettori i problemi di chi, quotidianamente, li accende per dare risalto alle problematiche degli altri raccontando vertenze, storie
e fatti, ma che mai riesce a parlare di sè.» Lo dichiarano Andrea Lumino (SLC CGIL Taranto), Paolo Peluso (CGIL Taranto), Mimmo Mazza (ASSOSTAMPA Puglia).
«In primo piano – prosegue la nota – ci sono state le storie di alcune figure emblematiche del settore:
giornalisti precari, uffici stampa, giornalismo sul web, fotografi e tecnici.
Una serata importante, per ribadire ancora una volta che quello dell’informazione non è un hobby ma un mestiere fondamentale e necessario a far circolare idee e informazioni e sviluppare una coscienza critica persino in una città martoriata come il capoluogo jonico.
La crisi economica ha travolto ormai anche gli operatori dell’informazione: giornali, tv locali e radio sono in gravissima difficoltà. Sfruttamento, assenza di diritti, precariato, cassaintegrazione, contratti di solidarietà, contributi irrisori, stipendi non pagati, sudditanza verso un certo modo di fare politica, sono ormai all’ordine del giorno.
C’è tanto da fare, affinché nell’era del web l’idea di una stampa libera non rimanga che un’illusione, dato che, come ribadito ieri, la circolazione di notizie “vere e verificabili” consente lo sviluppo critico e culturale della società (e Taranto ne ha davvero bisogno) che, alla luce di quanto avvenuto negli ultimi anni, ha bisogno essenziale di recuperare una sua identità attraverso la corretta informazione ed affermazione reale di fatti ed accadimenti.
E la spia di un momento così delicato – concludono Lumino, Peluso e Mazza – è data dai recenti episodi gravissimi di minacce accaduti ad Alessandra Macchitella o il divieto di accesso allo stadio per Gianni Sebastio e Ninni Cannella. Ferma è stata la condanna dei partecipanti ed organizzatori dell’assemblea: parlare con la stampa e permettere ai media di lavorare correttamente è il fondamento di una società democratica, specie in un contesto così complesso come quello di Taranto.»