In questi giorni il camper della Cgil è in giro nei luoghi lavoro simbolici della provincia di Taranto. Lunedì nei pressi dell’ILVA, quindi nelle campagne della zona occidentale della provincia e martedì pomeriggio nella zona industriale di Martina Franca, per rispondere ai dubbi dei lavoratori delle confezioni, di quel polo tessile che sarebbe potuto essere e non è più.
“Nonostante il Decreto Legge” afferma Giordano Fumarola, segretario generale della Filctem Cgil Taranto, “continuiamo la mobilitazione generale. Dopo oltre un mese di campagna abbiamo avuto la conferma che il lavoro, la sua liberazione, il ripristino dei diritti dei lavoratori, è preoccupazione prioritaria dei cittadini. Abbiamo battuto la provincia palmo a palmo, con i nostri volantini, incontrando le persone. Per questo non possiamo fermarci ora: siamo alla vigilia di un risultato che possiamo definire storico.”
Il segretario fa quindi un passaggio sulla situazione di Martina Franca: “Il settore ha perso moltissimo, negli ultimi anni c’è stata una emorragia che abbiamo tentato di arrestare, ma da soli, senza il supporto nè delle istituzioni nè di altri attori. Abbiamo assistito allo spostamento della produzione all’estero, alla ricerca di possibili e più facili profitti per gli imprenditori, contro il quale lanciavamo l’anatema non solo per l’ineluttabile impoverimento del territorio, ma anche per la perdita di quel capitale di conoscenza che rappresentavano le maestranze. Ora si assiste ad un ritorno, timido, in nome di un non ben definito Made in Italy. Proprio la fumosità sulla norma rende possibile l’immissione sul mercato di prodotti che non garantiscono nè la qualità nè il lavoro.
A questo poi dobbiamo aggiungere la recente inchiesta della Polizia di Martina Franca sui laboratori clandestini, sui quali da anni chiediamo che sia accesa una luce. Abbiamo lanciato l’appello alle Istituzioni e a Confindustria, ma dopo settimane ancora il silenzio più assoluto“.