“Ho depositato una interrogazione al Ministro delle finanze per chiedere quali iniziative intenda adottare per evitare che la attuale riduzione delle attività produttive nello stabilimento grottagliese della Leonardo Spa,
fiore all’occhiello dell’economia del nostro territorio, produca un ulteriore insostenibile aggravamento sul piano economico ed occupazione locale. E’ bene che le istituzioni impieghino il massimo impegno affinché il territorio jonico, già provato da gravi crisi industriali, non venga indebolito ulteriormente, ma al contrario le realtà produttive esistenti vengano salvaguardate e potenziate.” Così in una nota il deputato Gianpaolo Cassese (M5S) annuncia l’iniziativa parlamentare.
“E’ positivo che Leonardo Spa abbia dato rassicurazioni sul fatto non è in atto una crisi strutturale ma solo una riduzione temporanea dovuta al rallentamento del traffico aereo a causa dell’emergenza da Covid 19, ma al tempo stesso è legittima la preoccupazione dei lavoratori, dei sindacati e della cittadinanza dopo la comunicazione dei giorni scorsi da parte della azienda sulla riduzione delle attività produttive negli stabilimenti del Mezzogiorno, in particolare in quello di Grottaglie dove vengono assemblate per Boeing due sezioni di fusoliera dell’aereo civile Boeing-787. Stiamo insomma parlando di un tipo di aereo di medio-lungo raggio, quindi tra i più colpiti dalla crisi che coinvolge il settore. Inoltre il sito di Grottaglie lavora in mono committenza per Boing. Tutti elementi che destano allarme sulle prospettive future” prosegue Cassese.
“Il settore aerospaziale ha una rilevanza strategica ed è importante che il Governo incrementi i suoi interventi per supportarlo, come sta facendo in altri campi. C’è bisogno dunque di risorse pubbliche, oltre che di opportuni investimenti in termini di innovazione e di sviluppo industriale anche per questo comparto” aggiunge il deputato grottagliese
“Nel momento più drammatico della storia del nostro Paese dal dopoguerra ad oggi a causa della pandemia, va evitato che i territori più fragili, come quelli del Mezzogiorno, vengano a trovarsi in posizione di ulteriore difficoltà. Di sicuro l’area jonica non sopporterebbe nuove ferite” conclude Cassese.