Leonardo
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Sul futuro dello stabilimento Leonardo di Grottaglie si susseguono speranze e preoccupazioni.

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Era il luglio del 2020 quando la questione fu affrontata in un convegno alle Cave di Fantiano che vedeva la presenza, tra gli altri, di Cosimo Borraccino, Giampaolo Cassese e Raffaele Fitto. Già allora era emerso l’interrogativo sul futuro dello stabilimento ionico e la necessità di una azione sinergica tra azienda, istituzioni e parti socioali.

La crisi economica causata dalla epidemia di Covid-19 ed il conseguente ridimensionamento delle commesse della Boeing portò poi all’inizio di gennaio ad un accordo tra Leonardo e sindacati, mirato a riorganizzare i cicli lavorativi e adeguare la formazione del personale alle nuove sfide da affrontare in un mercato sempre più variato.

Una ventata di speranza è arrivata anche dalla notizia che lo stabilimento grottagliese veniva in qualche modo svincolato dalla monoproduzione Boeing, diventando parte integrante di un progetto che unisce ricerca ed innovazione nel campo dei nuovi materiali.

Una riduzione di 1000 addetti

Pochi giorni fa poi, la doccia fredda, con l’annunzio di Leonardo relativo alla scelta di un piano di riduzione occupazionale di 1.000 addetti all’interno della Divisione Aerostrutture, attraverso un accompagnamento alla pensione per 500 lavoratori e altri 500 riqualificati per attività presso altri siti della Leonardo One company.

Un annuncio preoccupante, per un territorio già funestato da crisi industriali e timori per un panorama industriale sempre più depauperato. Il timore che l’annuncio del gruppo Leonardo dei 1.000 esuberi strutturali per la Divisione Aerostrutture possa coinvolgere il sito di Monteiasi-Grottaglie (TA) approda sul tavolo dei ministri dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando cn una interrogazione parlamentare presentata dal deputato Gianpaolo Cassese, che illustra al Governo Draghi la situazione venutasi a creare a causa della crisi.

Il parlamentare del MoVimento 5 Stelle ha quindi chiesto al governo nazionale “quali iniziative di competenza intendano adottare per assicurare nel breve periodo la sostenibilità industriale dell’intera Divisione Aerostrutture ed in particolare del sito di Grottaglie, affinché i volumi degli ordinativi da parte di Boeing ritornino quantomeno sui livelli necessari per garantire continuità operativa alle linee produttive ed un progressivo ritorno degli investimenti effettuati da Leonardo sul sito per dimensionare la capacità industriale a 14 serie B787 al mese, così come richiesto inizialmente dall’azienda statunitense”.

“Tutelare un’eccellenza mondiale a livello tecnologica e produttiva”

È necessario tutelare uno stabilimento che rappresenta un’eccellenza tecnologica e produttiva a livello mondiale nell’impiego aeronautico della fibra di carbonio e costituisce uno dei principali presidi industriali del Mezzogiorno – ha dichiarato Gianpaolo Cassese – Il sito occupa 1.300 addetti diretti, senza contare le ricadute sull’indotto locale: un patrimonio da valorizzare anche con altre commesse. Del resto, come hanno comunicato gli stessi rappresentanti di Boeing Company Italia, in occasione dell’audizione in Commissione Difesa a Montecitorio lo scorso 24 febbraio, ogni dollaro investito dall’Italia in programmi Boeing originerebbe un ritorno di 5 dollari.

Pertanto – prosegue il parlamentare pentastellato – sarebbe opportuno valutare nuove opportunità di business già a partire dalle commesse Boeing. Al contempo, confido nel Piano di Rilancio che Leonardo sta portando avanti facendo leva interamente su risorse proprie e sull’accesso a strumenti di riqualificazione e di sostegno agli investimenti previsti dalla normativa nazionale. Azioni che, come sempre accade nel settore aeronautico, produrranno effetti solo nel medio periodo.

La mia attenzione, dunque – conclude Cassese – sarà massima e mi adopererò per tutelare le professionalità del sito di Grottaglie dagli esuberi annunciati che rappresentano un valore aggiunto giovane, che può essere determinante per il futuro del sito grottagliese anche in vista dei nuovi programmi o dei nuovi progetti, come nel caso del recente accordo con Solvay per i materiali compositi.

Sono sicuro che le condizioni affinché il mio appello non resti inascoltato dall’azienda ci siano tutte”.

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