I primi anni 2000 hanno visto nascere e crescere a Grottaglie l’avveniristico stabilimento della allora Alenia che, orientato alla produzione di parti di fusoliere aeree in fibra di carbonio, rappresentava una eccellenza ingegneristica ed industriale.
Nel ventennio trascorso dalla sua inaugurazione ad oggi molte cose – oltre al nome – sono cambiate; e se ieri il futuro di Alenia sembrava brillante, non altrettanto splendente sembra oggi quello della Leonardo che ne ha preso il posto.
Migliaia di lavoratori vedono a rischio il loro posto di lavoro, le richieste di chiarimento non ricevono risposta, nuovi progetti non sembrano esserci all’orizzonte e l’allarme per una tragedia sin troppo annunciata sembra ogni giorno più reale.
“Emergenza conclamata, serve tavolo istituzionale di negoziazione”
Raffaele Bagnardi, già sindaco di Grottaglie dal 2001 al 2011, ha visto nascere e crescere l’insediamento Alenia e con lui, in una lunga intervista telefonica, ripercorriamo le condizioni furono alla base della scelta di Grottaglie e la sinergia vincente tra istituzioni locali e nazionali, capaci di andare aldilà degli schieramenti partitici per ottenere un risultato vincente per il territorio.
A luci intense spesso corrispondono ombre oscure, e lo stabilimento di Grotta glie – nel tempo – ha pagato non solo eventi accidentali come lo stop ai voli civili causato dal Covid-19 e il conseguente ridimensionamento dei programmi produttivi di nuovi aeromobili, ma anche la doppia e perdurante ghigliottina della monocommittenza e della monocommessa, che di fatto legava lo stabilimento ionico al destino della Boeing.
In questi mesi in cui il colosso statunitense accusa la sofferenza per le vicissitudini giudiziarie che lo vedono coinvolto a causa degli incidenti in cui sono stati coinvolti i suoi aerei, la tempesta si è rapidamente spostata da Charleston a Grottaglie, con la rapida saturazione del magazzino delle parti già pronte per la consegna e nessuna certezza sui programmi produttivi futuri.
Ad una prima iniziativa pubblica può e deve seguire un intervento costante a tutti i livelli, tale da mantenere accesi i riflettori sul futuro dello stabilimento grottagliese, il cui futuro non può essere delegato ad altri.
Eccellenza e innovazione
Lo stabilimento Leonardo di Monteiasi-Grottaglie (Taranto) è un’eccellenza in campo aeronautico, grazie all’uso di un processo produttivo innovativo – in gran parte automatizzato – che sfrutta brevetti esclusivi ed equipaggiamenti unici al mondo, impiegando la tecnologia one piece barrel quale elemento chiave e innovativo della struttura monolitica del Boeing 787: il processo di fabbricazione permette, infatti, di integrare la massima quantità di parti in un unico componente, riducendo le attività di assemblaggio. Questo metodo utilizza i materiali compositi per tutta la struttura primaria di un aereo commerciale per realizzare due grandi sezioni centrali della fusoliera del Boeing 787 Dreamliner.
Il complesso industriale è stato progettato per affrontare due rigorose sfide produttive: ampi spazi, in grado di ospitare un unico fabbricato, e la necessità che l’intero insediamento industriale confini con un’area aeroportuale dotata di servizi e infrastrutture adeguati all’operatività di aerei di grandi dimensioni come il Dreamlifter, la versione cargo del B747 appositamente sviluppata per il trasporto dei componenti del 787 Dreamliner a Charleston (South Carolina – USA).
L’impianto industriale è composto da 3 navate (circa 65.000 metri quadri, corrispondente a circa 15 campi di calcio), e prevede al suo interno una moderna clean room di circa 175.000 metri cubi.
Il futuro di domani si decide già oggi
Se è certo che il futuro di Leonardo non si decide solo a Grottaglie, deve essere chiaro a tutti che Grottaglie non può essere ignorata e deve far sentire la sua voce forte e chiara, anche dando vita ad un tavolo istituzionale di negoziazione che veda protagonisti i territori di Grottaglie e Monteiasi, con azioni mirate dei rispettivi sindaci.
Il rischio del possibile pericolo di allargamento della vertenza locale di stabilimento a “Questione meridionale“, riguardante i Distretti industriali dell’Aerospazio in Puglia e Campania è tutt’altro che ipotetico, e la parallela preoccupazione per i dipendenti della ex Space Software Italia poi assorbita dalla Leonardo-Divisione Elettronica per la Difesa sta qui a dimostrarlo.
Solo in Puglia Leonardo ha quattro siti produttivi: Foggia, Brindisi Grottaglie e Taranto. Bisogna essere capaci di andare oltre il miope localismo e fare della unità di intenti una missione comune, perché nessuno si salva da solo e la chiusura di uno è solo il prologo per la crisi di tutti.
Oggi più che mai, la politica locale deve rivendicare con forza e orgoglio la sua missione di rappresentanza del territorio, far sentire la sua voce e decidere di essere presente e di non fare sconti o tollerare fumose promesse e incerte rassicurazioni.
Da Pirro in poi, sappiamo bene cosa ha comportato la scelta di delegare ad altri il nostro futuro.