«I tentativi di boicottaggio, il cono d’ombra mediatico, l’ignavia di alcuni e la disinformazione hanno avuto la meglio.» E’ il commento che si legge in una nota a firma di Daniela Spera, responsabile del Comitato LEGAMJONICI di Taranto.
«In ogni caso – prosegue la nota – 15 milioni di italiani sono andati a votare e 13 milioni hanno votato per abrogare la norma oggetto del quesito referendario. Un dato che il governo non può ignorare nonostante il mancato raggiungimento del quorum. Nella regione recentemente investita dall’inchiesta sul disastro ambientale prodotto da attività petrolifere, la Basilicata, si è raggiunto un risultato importante: il 50,17% dei lucani si è recato alle urne e 96% ha detto “sì, siamo stanchi del petrolio’. A seguire la Puglia con il 41,6% di affluenza alle urne, di cui il 95% ha votato ‘sì’. Lecce il capoluogo con i dati più elevati (47,55%) seguita da Bari (42,23%) e Taranto (41,74%).
Il dato di Taranto è significativo e incoraggiante. E’ stato evidentemente infranto un muro di omertà rispetto a un tema fondamentale: il futuro energetico del nostro Paese e la tutela delle nostre risorse naturali. Se si confronta questo dato con l’affluenza registrata nel 2011 al referendum su acqua pubblica e nucleare nella città di Taranto (49,9%), la cui campagna referendaria aveva goduto di un’adeguata tempistica di svolgimento, possiamo affermare che il dato di 42,5% è un ottimo risultato, soprattutto perché raggiunto nonostante il tempo limitato (meno di 2 mesi) a disposizione per informare. Un risultato, questo che acquisisce maggiore valore perché ottenuto in una città che, sopraffatta dall’emergenza sanitaria, ancora in atto, a causa dell’attività siderurgica, sembrava aver abbandonato ogni desiderio di riscatto.
La questione petrolifera ‘Tempa Rossa’ a Taranto, grazie a questo risultato, diventa ora centrale, non più solo battaglia di chi si è speso in questi anni, spesso in solitudine, contribuendo in così breve tempo a sensibilizzare l’opinione pubblica locale. Per arrivare al quorum, sarebbe stato sufficiente ancora un mese, purtroppo non concesso da un governo che ha preferito non indire l’Election Day e che, invitando all’astensionismo, ha contribuito allo sperpero di denaro pubblico.
Questo referendum – conclude la nota del Comitato Legamjonici – sarà anche ricordato perché attraversato, nelle ultime settimane, dallo scandalo intercettazioni che ha indotto l’ex Ministro Guidi a dimettersi e che ha messo in luce una forte commistione tra lobbies del petrolio e politica. Ma i continui colpi inferti ai territori, presto o tardi, torneranno indietro, come un boomerang. Vedremo alla fine chi esulterà. Grazie a Taranto e alla sua provincia per aver votato e a tutti i cittadini italiani consapevoli.»