mar piccolo
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Il modello economico imposto a Taranto e provincia intorno alla grande industria si è rivelato fallimentare e ha prodotto macerie sotto l’aspetto ambientale e sociale. Per il futuro dell’area jonica bisogna valorizzare e investire sulle peculiarità paesaggistiche e sulle potenzialità naturalistiche e storiche di cui è ricco il territorio“.

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In un incontro elettorale con i cittadini, Luca Lopomo, capolista del M5s alle elezioni regionali in Puglia, ha tracciato il suo disegno per uno sviluppo compatibile di Taranto e provincia.
Prima di tutto, grazie ai suggerimenti dell’amico attivista Gianpiero Barulli, ritengo che una straordinaria possibilità che va in questa direzione – ha sottolineato Lopomo – è rappresentata dal Parco regionale della Terra delle Gravine. Esso si estende per un totale di 28 mila ettari nel cuore della provincia tarantina abbracciando 13 comuni ed insistendo in un’area ricca di insediamenti rupestri e siti archeologici, con presidi naturalistici e un patrimonio di biodiversità non riscontrabili in alcuna altra zona dell’Europa occidentale. In altre parole, – ha precisato il capolista del M5s – un volano per il turismo e per la creazione di posti di lavori se non ci fossero state le consuete inefficienze della vecchia classe politica e di una macchina burocratica e amministrativa incapace di dare attuazione completa degli scopi che la legge regionale di istituzione dell’Ente Parco si proponeva di perseguire.

La legge – ha spiegato Lopomo – fu approvata a dicembre 2005, da allora, l’area protetta, che doveva essere una fondamentale occasione di sviluppo eco-compatibile del territorio tarantino devastato dalla presenza invasiva della grande industria siderurgica, rimane una delle tante promesse mancate e mal gestite dalla politica locale, regionale e nazionale. Di conseguenza, anche il Parco delle Gravine è diventato l’ennesimo carrozzone all’italiana fitto di nomine clientelari e poltrone ma vuoto nei contenuti e nelle azioni.
Noi del M5s, invece, anche su questo, abbiamo le idee chiare e semplici e, appena saremo alla Regione Puglia, opereremo in modo concreto utilizzando le norme già previste per cogliere le opportunità che l’Ente Parco potrebbe offrire alle realtà locali. Proporremo un piano strategico per stimolare la nascita di progetti e azioni volte a rendere questo pezzetto incantevole di Puglia in un luogo il più possibile visitato, scoperto e apprezzato. Sarà una delle leve che utilizzeremo per favorire gli ambiti turistici e culturali della grande storia di Taranto, riscoprendo il centro storico sull’isola, attualmente abbandonato all’incuria.

A ciò – ha continuato il capolista del M5s – si aggiungeranno la promozione del mar Piccolo e delle Isole Cheradi, gioielli naturali ricchi di biodiversità da proteggere e la pesca sostenibile dei mitili che, proprio nel mar Piccolo, trovano l’habitat ideale per diventare prodotti unici. In più, valorizzeremo il grande porto, oggi asservito all’industria. Esso dovrà essere utilizzato per fini turistici e crocieristici – ha detto Lopomo –. Vanno anche potenziati la ferrovia, per permettere di raggiungere agevolmente l’intero arco jonico e la Valle d’Itria, e l’aeroporto Taranto-Grottaglie. Occorrerà attivare i voli civili superando la discriminazione politica a favore degli scali di Bari e Brindisi, a tal proposito chiediamo un’equa distribuzione delle risorse e un’attenzione particolare ai trasporti della nostra provincia. Poi, una volta in Regione, faremo luce su tutti gli accordi che hanno volutamente emarginato l’area jonica.
Il tutto dovrà proseguire, di pari passo, con le bonifiche dei territori inquinati e con un serio utilizzo delle aree militari in dismissione che devono essere restituite gratuitamente alla città, senza divenire preda del cemento ma trovando riscontro nell’utilità pubblica.

Queste sono solo alcune delle nostre proposte – ha concluso il capolista pentastellato -, ovviamente, sono molto più concrete e compatibili di quanto ci faccia credere la vecchia classe politica rappresentata dai Renzi, dagli Emiliano e dai Fitto che continuano ad emanare ipocriti decreti legge pensati per proteggere l’industria pesante.
Ad oggi, infatti, a mancare è proprio la volontà politica per una riconversione economica di Taranto e provincia. Il nostro obiettivo è proprio quello di puntare ad un netto cambiamento di rotta che permetta di salvaguardare il diritto alla salute e di assicurare ai giovani tarantini, sinora costretti ad abbandonare la propria terra, di rimanere e costruirsi un futuro differente. Un compito che porteremo avanti assieme a tutta la cittadinanza”.

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