Nel Bilancio appena approvato, il Consiglio regionale pugliese ha trovato posto anche per 300mila euro da destinare alle aziende agricole tarantine. Per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, è un risultato “importante nonostante le poche risorse a disposizione”.
«Il Consiglio regionale – spiega Lazzàro – ha riconosciuto il grave errore commesso nella stesura del PSR e nella sottoscrizione di atti relativi allo sviluppo rurale italiano nel suo complesso che hanno penalizzato proprio Taranto, sostanzialmente tagliando fuori le aziende agricole rientranti nelle isole amministrative e nelle aree periurbane dalla possibilità di accedere a quei fondi europei.
Insomma – è l’idea di Lazzàro – a Taranto si pensa solo quando deve dare o contribuire al sistema Paese, ma non quando gli deve essere riconosciuto il giusto peso. Accade nello sviluppo industriale, nei trasporti, nella sanità, nella politica: una regola purtroppo consolidata. Noi di Confagricoltura Taranto a questo non ci siamo mai stati e, talvolta, risultiamo anche scomodi per questo.
La battaglia sulle isole amministrative del Comune di Taranto per Confagricoltura è il simbolo plastico di come bisogna affrontare le questioni di “casa nostra”, al netto degli opportunismi di chi, anche tra le associazioni di categoria, è sempre pronto a salire sul carro dei vincitori.»
A rinforzare il concetto del “lavoro di squadra” arrivano anche le parole del consigliere regionale Giuseppe Turco, autore dell’emendamento approvato: «Aver inserito nella legge di bilancio 2018 la somma di 300 mila euro per sopperire alla carenza del Psr regionale per le isole amministrative del capoluogo ionico, costituisce per il mondo agricolo una svolta importantissima: infatti, grazie a questi fondi le aziende potranno migliorare la loro competitività. Il tutto grazie alla sensibilità mostrata nel tempo dagli assessori Di Gioia e Piemontese, dai consiglieri Liviano e Pentassuglia che hanno curato gli aspetti tecnici del mio emendamento, dai consiglieri tutti che hanno risposto positivamente alle mie richieste. Taranto per sopravvivere ha necessità di diversificare l’offerta economica e l’agricoltura ha un ruolo fondamentale».
Il lavoro, però, non è finito. L’emendamento incassato, per Confagricoltura Taranto è solo un punto di partenza, non un traguardo definitivo: «Da adesso in poi – rimarca ancora Lazzàro – non mancheranno le occasioni per riempire questo salvadanaio che dev’essere il trampolino per lanciare la vera diversificazione dell’economia tarantina. L’emendamento Turco è stato la conclusione, che conclusione non è, di un percorso, di dure battaglie che vengono da lontano e in cui Confagricoltura, già con la presidenza Giovinazzi, ha creduto alla giustezza delle proprie posizioni e le ha ritenute degne di difesa politico-sindacale.
Una traversata talvolta in solitaria, ma nei momenti importanti sposata dai compagni di viaggio giusti che hanno saputo interpretare le posizioni di Confagricoltura Taranto, peraltro riconosciute corrette anche in sede di Commissione UE: Va dato merito ai consiglieri regionali che si sino spesi per l’ottenimento di questo risultato, all’assessore Di Gioia che più volte ha riconosciuto la grave mancanza del PSR nei confronti del capoluogo ionico, l’impegno anche del Comune di Taranto e dell’europarlamentare D’Amato che ha portato la questione a livello nazionale ed europeo. Insomma, una sinergia di forze che Confagricoltura Taranto ha stimolato, talvolta anche da sola, poi quando si ottengono risultati è semplice monetizzare salendo sul carro del vincitore senza aver mai speso nemmeno una parola sul problema delle isole amministrative.
Questa, però, è un’altra storia. Ora – sottolinea Lazzàro – bisogna far partire subito le misure che Confagricoltura ha già strutturato e messo nella disponibilità degli uffici della Regione. E poi si deve lavorare per allargare giorno per giorno quella dotazione finanziaria necessaria ma non sufficiente, pensando già a trovare nuovi spazi di azione nell’assestamento di bilancio di giugno-luglio.
Confagricoltura Taranto – conclude Lazzàro – da anni ha indicato la strada per consentire un reale cambiamento di questo territorio: per chi ci crede e intende realmente e seriamente lavorare la porta è aperta, non per gli “autostoppisti” dell’ultima ora».