«La Regione Puglia fa bene a puntare sul riuso delle acque reflue in agricoltura».
Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, commenta con favore la recente approvazione da parte del Consiglio regionale di un ordine del giorno che “impegna la Giunta regionale a modificare il Piano di tutela delle acque, per consentire soluzioni alternative allo scarico a mare delle acque reflue con il riutilizzo delle stesse a scopo irriguo in relazione alla costruzione del nuovo depuratore consortile di Sava – Manduria – Marina di Manduria”.
«Una saggia decisione – rimarca Lazzàro – nel merito e nel metodo, visto che l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità. E’ il segno che, dopo dieci anni di gestazione e a lavori aggiudicati, i tempi sono maturi per rivedere un progetto nato vecchio».
Per Confagricoltura, infatti, è il momento di «andare oltre le rigidità burocratiche e adeguare il progetto originario alle migliori tecnologie possibili, compatibilmente con la normativa nazionale e regionale».
Del resto – spiega Lazzàro – «è lo stesso Consiglio Regionale – almeno nelle dichiarazioni a mezzo stampa – a ritenere il puro e semplice “versamento dei reflui in mare… un’operazione ad alto rischio ambientale”. Perciò l’idea di trovare soluzioni alternative e meno invasive non può che trovarci d’accordo. Il riuso delle acque reflue, dal nostro punto di vista, è un’opzione fondamentale in una doppia direzione: sia per la sostenibilità ambientale sia per il consumo d’acqua, risorsa preziosa e sempre più scarsa che non ci possiamo più permettere di sprecare. Le nostre posizioni – continua il presidente di Confagricoltura – sull’utilizzo razionale dell’acqua sono ben note ed è per questo che siamo favorevoli al riuso delle acque reflue depurate addirittura nella filiera del vino».
Per quanto riguarda i costi dell’adeguamento del progetto, per Lazzàro è necessario «valutare la possibilità di utilizzare le condotte del consorzio di bonifica dell’Arneo per la distribuzione dell’acqua affinata. Da non sottovalutare – insiste Lazzàro – la circostanza che il riutilizzo di queste acque depurate potrebbe anche essere utile alla diminuzione del costo dell’acqua per l’irrigazione che, come noto, viene pagata a caro prezzo dalle imprese agricole.
Spero – conclude il presidente di Confagricoltura Taranto – che la Regione Puglia non perda questa occasione per realizzare un’opera pubblica utile a un vasto territorio ma senza fargli pagare un inutile dazio ambientale».