Il toccante libro di memorie di Pierfranco Bruni dedicato al padre dal titolo “Come un volo d’aquila” (Edizioni Nemapress) è stato tradotto in lingua albanese in occasione della “Giornata Mondiale della Poesia” che si celebrerà il 21 Marzo.
La versione albanese intitolata “Nostalfjia ka krahë shqiponje” (La nostalgia ha ali d’aquila) si concentra maggiormente sulla parte lirica. Il docente universitario Arjan Kallco è l’autore di una traduzione che mira a evidenziare l’aspetto nostalgico del ricordo.
La nostalgia ha ali d’aquila in una visione in cui l’aquila, simbolo sciamanico celeste e solare associato a Dio, diviene percezione diretta della luce dell’intelletto, privilegiato osservatore dall’alto, possessore di una visione totalizzante ma, allo stesso tempo, in grado di scrutare anche gli aspetti più reconditi dell’esistenza grazie alla profondità della vista.
In Come un volo d’aquila Pierfranco Bruni anticipa la dimensione sciamanica che verrà vissuta nel successivo libro Che il dio del sole sia con te (Pellegrini Editore). Lo sciamanesimo diviene la sua fede interiore, ancora spirituale per l’accettazione dell’impotenza umana di fronte alle inesorabili leggi della Natura.
La visione di un padre quale modello esemplare di coraggio, sincerità, amore, silenzio e coerenza svanisce per poi riapparire con forza tra gli spazi di versi in cui l’indefinibile struggimento si alterna a istanti epifanici di autentico abbandono esistenziale. Parole in cui riaffiora palpabile un senso di colpa che ha il sapore del rammarico rimpianto per non esserci stato a cogliere l’ultimo respiro, nella consapevolezza di un conforto da ricercare tra le pieghe della propria anima e non nella liturgia di una chiesa senza Cristo.
“Non è vero che i morti ci vivono accanto. I morti misurano l’assenza tra le rughe di nostalgia”. Frasi poetiche in cui si alterna la struggente rassegnazione della morte alla presenza dell’assenza in ogni infinitesimale istante di quotidianità: “Ti vedo con il passo tuo lento carezzare le pagine dell’orchidea e delle rose tra le aiuole dei ricordi”.
Il realismo metafisico di Pierfranco Bruni raggiunge vette di intensa sublimità nell’espressività poetica nella quale si respira un percorso in continuo divenire fatto di sofferenza mista a ribellione esistenziale. Un cammino spirituale in cui anche tra le pietre è possibile rinvenire la sabbia del deserto.
Un’evoluzione mistica che sfocerà nel commovente libro Alle soglie della profezia (Pellegrini Editore) in cui la visione “disorientante” cede il posto a una acquisizione del proprio intimo sentire. “La tua mancanza vive nelle mie mancanze (…) Sei perché ovunque ti trovo e ti trovo perché ci sei”. Qui l’assenza della madre diviene costante presenza tra le fessure della memoria che vive nell’eterno dei tempi.
La mancanza del padre viene vissuta come quotidiano dolore e accolta con il coraggio del guerriero. Riecheggiano come colpi di tamburo gli imponenti versi di Carlos Castaneda rievocati dal Bruni sciamano: “Il guerriero affronta la vita come una sfida, l’uomo comune come una sciagura o una benedizione”.
Ed è proprio questa la suggestiva chiave di lettura che illumina ogni verso di una testimonianza poetica in cui il figlio indossa la veste del guerriero e si pone in una condizione di amorevole contemplazione del padre faro e maestro, guida ed essenza della sua anima. “Sei un’aquila e io sono un guerriero”.
La figura paterna viene affiancata a quella dello sciamano portatore di preziosità esistenziali. “Un impossibile può sempre divenire possibile se si coltiva in sé il sogno e la pazienza”. Pazienza che diviene unico conforto a una lacerante costernazione.
“Sii creativo fino al tuo ultimo istante di vita”, questo il testamento spirituale lasciato al figlio da un padre che ha compreso il valore della creatività del singolo individuo nella consapevolezza che ogni istante di vita merita di essere vissuto nel segno e in nome della Bellezza. Quella Bellezza che può essere generata soltanto mediante la rappresentazione tangibile della propria singola preziosità.
Un padre saggio, un padre infinito nella sua immensità, un padre Aquila. “Ti avverto come un volo d’aquila nello spazio che ha raccontato in un solo attimo il tuo e il mio tempo”. Firmato “Aquila di mare”.
Le poesie di Pierfranco Bruni (poeta, scrittore, saggista, già candidato al Nobel per la Letteratura) sono state tradotte in altre tre lingue in Macedonia e nel Kosovo.
Un omaggio dovuto a un poeta italiano che sa usare sapientemente il linguaggio del cuore facendo parlare la mente e attingendo sempre alla magia che abita il proprio incantevole straordinario animo.