«Leggo le dichiarazioni del sig. Cosimo Borraccino e mi sembra che metta in un minestrone economico indifferentemente, aeroporti, Alenia, industria aeronautica, industria spaziale,traffico di linea, cargo, ecc. ecc. E’ chiaro che non avendo avuto modo di verificare quale possa essere il beneficio economico e di immagine per la provincia di Taranto, avere un aeroporto dal 1912 e civile dagli anni 70, porta a fare dichiarazioni come quelle rilasciate agli organi di stampa.» E’ quanto scrive in una nota il sig. Gianni Lacava, già esponente e rappresentante del Comitato Arlotta 1995, sociologo della mobilità e trasporti, nonché componente del tavolo della mobilità presso la Camera di commercio di Taranto e partecipante ai comitati pro aeroporto presenti nella provincia di Taranto.
«Penso di essere nelle condizioni di aiutare il cronista e politico di SEL – continua il sig. Lacava, che aggiunge: Un aeroporto nasce per trasportare persone e merci. ( art. 704-705-706- codice della navigazione e segg.) Quello di Taranto – Grottaglie ha questo status: Aeroporto Civile Nazionale e Comunitario, (da poco) aeroporto anche doganale. In virtù di questo status Aeroporti Puglia spa, ha chiesto ed ottenuto di gestirlo per 40 anni.
Nessuna appendice contrattuale indicava un diverso modo di gestire l’aeroscalo ionico. Aeroporti Puglia ha preso la concessione e per 10 anni non ha fatto nulla per gestire il traffico delle persone. Questo basterebbe ed avanzerebbe per revocare la concessione aed ADP. Ma la potenza politica della regione ha inibito sia l’ENAC, ente controllore , che lo stesso Ministero delle infrastrutture, magistralmente guidato dal bravissimo dr. Lupi.
Alenia Aermacchi – evidenzia il sig. Lacava, è altra cosa. E’ presente in altri territori e in nessun altro posto di Italia ha uno stabilimento adiacente all’aeroporto con l’accesso diretto in pista. Ricapitolo : una cosa è l’aeroporto con le sue attività di volo, ed una cosa è una impresa aeronautica. Una riguarda il ministero dei trasporti, l’altra il ministero dell’economia,e per la Regione l’assessorato alle attività produttive, di cui la dr.ssa Capone è una supermenager salentina d’hoc.
Le aziende che vogliono avvicinarsi a Grottaglie avrebbero tanto spazio fuori dal perimetro aeroportuale, vista anche la massima disponibilità del primo cittadino di Monteiasi, ansioso di mettere a disposizione di Alenia, in primis, ma anche di altre realtà industriali, i terreni ricadenti nel suo comune. Quindi ci fossero anche due o tre aziende che non sapevano dove ubicarsi, non vedo la ragione per introdursi, in modo del tutto originale, all’interno di un aeroporto.
Francamente – prosegue il sig. Lacava – non vedo il nesso. Evidentemente se ci sono società che vogliono investire nell’aeroporto di Taranto, non capisco dove si trovino in questo momento, sicuramente non in un aeroporto italiano. Penso che nessun aeroporto nazionale, e forse estero, si sia mai sognato di aprire le porte all’industria, fosse anche aerospaziale.
Intanto, parlando di Alenia, cerchiamo di ridimensionare il suo ruolo a Grottaglie. Se non si usasse la fibra di carbonio, e si usasse l’alluminio, Alenia a Grottaglie sarebbe una specie di azienda metalmeccanica. Tutto sommato si costruiscono due pezzi di fusoliera, non certo l’intero aereo.
Quindi dire che l’Arlotta ha ottenuto 10 milioni per l’ampliamento equivale a quanto dichiarato nel bilancio di Aeroporti Puglia nel 2009, cioè circa 9 milioni di euro per ammodernamento aerostazione pax, addirittura con “lavori in corso. Se fosse la stessa cosa, sarebbe un falso, perchè i lavori non furono mai avviati ma i circa 9 milioni risultavano spesi a Grottaglie.
La differenza sta nel fatto che i lavori di costruzione dei capannoni all’interno dell’aeroporto stanno iniziando mentre quelli per l’aerostazione non sono mai iniziati.
Per 10 anni – afferma il sig. Lacava – il sig. Vendola voleva fare di Grottaglie un centro di logistica, un centro di manutenzione, un aerocargo ed altro. Abbiamo perso, tutti, 10 anni di sviluppo aeronautico perchè le intenzioni di Vendola erano basate su due verità, o ignoranza o falsità. I dati davano torto al presidente perchè il cargo non avrebbe mai dato i risultati voluti. Idem per tutte le altre alternative. Quindi si è giustificatamente indotti a pensare che siamo stati presi in giro per 10 anni.
Oggi – conclude il sig. Lacava – si parla di attività produttive e non di ampliamento aeroporto. Bisognerebbe invece dire distruzione dell’aeroporto e insediamento di attività produttive, per la qual cosa esistono le “Zone Industriali ” e non i sedimi aeroportuali, caro sig. Borraccino.»