«Capita che ci sia gente tanto sensibile da soccorrere 4 cuccioli in una zona militare,in agro di Taranto. Capita pure che le stesse persone portino i cuccioli al canile di Grottaglie, dopo aver ricevuto rifiuti in Taranto città. Non mi è dato sapere, né ci tengo, da chi e perché.» A scriverlo è Grazia Parisi , responsabile dell’ANPA di Grottaglie, che racconta l’ennesima storia di malcostume.
“Non posso ricoverare i cuccioli, signora, e glielo dico con dispiacere, dal momento che il canile è bloccato, come si sa. Mi dia il tempo di trovare una soluzione,vedrà che risolviamo. Li poggi per una notte soltanto, non ci vuole molto,una veranda,un bagno…” – rispondo.
Del resto sono le 14.40, sono sfinita ed in piedi dalle 4.30 del mattino.
“Ma no – dice la sensibile signora – come faccio! Torno dal lavoro, devo andare a casa”.
“
Guarda un po’ – penso, guardando le due signore pettinate e truccate di tutto punto – il tempo non è uguale per tutti, la fatica non è uguale per tutti e poi le case di queste sensibili persone si sporcano, devono restare in ordine, i cuccioli sporcano, si sa.”
La sensibilità, dunque, si ferma davanti a questo limite e si concretizza rimuovendo il “problema” e scaricandolo ad altri.
Le signore – racconta ancora Grazia Parisi – sono stizzite, anche aggressive, ma non con chi gli ha opposto un rifiuto, con me che offro loro una soluzione. E’ inutile spiegare loro che c’è una competenza territoriale, che ogni comune deve fare la sua parte, che non si possono risolvere tutte le emergenze a Grottaglie, che nessuno ha avuto considerazione o almeno rispetto delle emergenze che la nostra comunità ha risolto al posto di altri, che si è pagato un prezzo troppo alto per inefficienze altrui, che io ho pagato un prezzo troppo alto.
Le signore vanno via indignate protestando per la scarsa considerazione al loro impegno e alla loro sensibilità, non passa un quarto d’ora, anche meno, che un sms di un amico mi avvisa che vicino allo stadio ci sono, sotto la pioggia, 4 cuccioli.
Quei 4 cuccioli di cui sopra.
Ah, la sensibilità !
Soccorriamo i cuccioli e qualcuno dell’ANPA se li porta a casa.
Ma non è finita qui.
Sulla pagina di un social network (che non posso indicare per motivi che si comprenderanno in seguito) sono immortalati 4 cuccioli, non somiglianti, proprio quei 4 cuccioli. Inequivocabilmente.
Anzi, i miei collaboratori avevano anche condiviso quel post.
Tra l’altro, avevo ricevuto, giorni prima, richiesta di ricovero da parte di una base Militare di Taranto, quella base Militare , e all’interlocutore avevo indicato la strada da seguire, ossia di adire il comune di Taranto.
Perché racconto questa storia? – prosegue Grazia Parisi. Non perché abbia nulla di eccezionale ma perché si è ripetuta molte volte, specie dal 2009 in poi.
Abbandoni istituzionalizzati, abbandoni di privati, abbandoni di animali seguiti da animalisti extraurbani (non si risentirà chi lavora seriamente) , strani spostamenti di animali da altri territori, abbandoni come quello descritto.
Fenomeno che ha creato un’emergenza, da qualche parte anche mirata, voluta.
Abbandoni sempre segnalati e denunciati, anche di animali microchippati, ma non si immaginava mai di dover sostenere la responsabilità di un fenomeno di inciviltà causato da altri.
Della serie che se una persona ha un cancro alle ossa si risolve tagliando il dito mignolo che è ulcerato.
Oppure, se l’esempio è più calzante e meno cruento, è come se si punisse la vittima di un sopruso o di un’aggressione perché si è fatta arrecare offesa.
Così vanno le cose nel nostro Bel Paese.
Ora- prosegue ancora Grazia Parisi, responsabile ANPA di Grottaglie, oltre a riflettere sul concetto sostanziale di “sensibilità”, fatevi delle domande e datevi delle risposte.
Ovviamente chi voglia capire o sia interessato, meglio ancora chi è deputato ai controlli.
Dunque, sia il numero degli animali ospiti del canile che quello degli animali sul territorio è aumentato, negli anni, per gli abbandoni di cui si è appena raccontato un esempio.
Detto questo – chiede Grazia Parisi, faccio appello ai cittadini invitandoli alla tolleranza nei confronti dei cani di quartiere che sono censiti,vaccinati , sterilizzati e sottoposti ad antirabbica.
Non chiedete ricoveri inutili, mi rivolgo a chi ama gli animali, perché rischiate di “accontentare” chi il canile di Grottaglie sognava di bloccarlo da anni.
I cani di Grottaglie non devono uscire dal nostro territorio per accrescere qualche canile privato.
I cani feriti o in difficoltà non saranno lasciati senza assistenza, lo si sa.
Comunque, capita pure che si scattino foto, sicuramente in buona fede, di cani di quartiere accucciati davanti alla casa del loro tutore, dando però la stura a decine di commenti e la possibilità a gente di fuori di criticare una realtà che non conosce.
Critiche che vengono anche da gente dalla carità pelosa , o meglio di carta, buona solo a parlare, che non fa del bene “né a cani né a cristiani”, gente che , per lunghi anni, ha chiesto aiuto all’Anpa Grottaglie per il recupero e sistemazione di cani e gatti.
Volete le casette per i cani? Posto che il comune dia il permesso d’occupazione del suolo pubblico, la legge (L.R.12/95 eL.R. 26/2006) impone la figura del tutore materiale, cioè una persona fisica che abita nel quartiere che si intesti il cane, che non ha responsabilità civile o penale ma è punto di riferimento, sotto la guida dell’associazione.
Fatevi avanti e risolviamo – invita Grazia Parisi, oppure aprite le vostre case come ha fatto chi scrive e i soci Anpa, ma evitate le foto che danno il via a commenti di gente fuori città che si permette di giudicare una comunità come la nostra che tutto sommato è civile, dove c’è tanta gente che cura gli animali, dove si vaccinano e censiscono anche i gatti , dove si sono realizzate nel 2014 più di 400 adozioni (non solo di cani trovati sul nostro territorio ma anche di animali soccorsi in agro di Taranto, Martina F., Carosino, Monteiasi, Montemesola, V. Castelli, Francavilla F.), dove si seguono i cani adottati per il doppio vaccino e anche oltre .
Un po’ di senso di appartenenza se non addirittura di campanilismo, per favore.
E poi, non umanizzate i cani, si fa loro violenza, essi rispondono agli stimoli ambientali in maniera diversa da noi. Se sono sani e accettati sono in grado di trovare i loro ripari che possono essere anche gli androni, i sottoscala, i garage e i cortili di casa di chi è sensibile.
Altrimenti, mi chiedo, quando ci si produce in commenti e non ci si mette in gioco, cos’è che ci muove, la “pietas” per la creatura sofferente o per noi stessi e il nostro disagio nel vedere la sofferenza?
Infine – conclude Grazia Parisi – l’amore per gli animali va inquadrato in un concetto più ampio di sensibilità verso le minoranze tutte, nessuna esclusa.
Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte, io compresa.»