La depurazione in Puglia non è all’anno zero, anzi. Per i 258 comuni pugliesi ci sono 185 depuratori. I recapiti finali sono 185: 6 in un corpo idrico superficiale (fiumi, laghi), 115 in canali, lame, 28 a mare (con 16 condotte sottomarine), 30 con trincee di spandimento e 6 nel sottosuolo: il tutto, in una Regione come la Puglia nei fatti priva di grandi fiumi dove le altre regioni riversano gran parte dei reflui depurati.
E gli investimenti per depuratori, reti fognarie e recapiti fognarie sono al massimo della spesa: 3 depuratori, 49 reti fognarie e 22 recapiti finali sono finanziati per realizzazioni e potenziamenti dal Por 2007-13 per un totale di 133,8 milioni di euro (tra quota Por e quota proveniente dalla tariffa acqua in bolletta). Altri 60 depuratori sono finanziati dal FSC del 2007-13, per un totale di 272,8 milioni di euro (tra quota FSC e quota proveniente dalla tariffa acqua in bolletta). Infine con il Por Puglia 2014-2020 23 depuratori e 49 reti idrico-fognarie saranno potenziate e realizzate per un totale di 316 milioni.
Dal 2013 ad oggi sono stati già investiti circa 530 milioni di euro sui 720 complessivi a disposizione.
I dati sono stati presentati questa mattina dall’assessore alle Infrastrutture, Giovanni Giannini, che ha fatto il punto sulla depurazione in Puglia con una conferenza stampa, accompagnato dal dirigente Luca Limongelli. “Interveniamo – ha detto Giannini – sia sul sistema della depurazione che sul sistema idrico fognario e che produce i suoi effetti in termini di tutela e di miglioramento della qualità ambientale, della qualità igienico sanitaria e di supporto all’imprenditoria agricola, visto che i reflui della depurazione affinata potranno essere utilizzati oltre che per usi civili e per il raffreddamento degli impianti industriali, anche per fini irrigui in agricoltura, producendo un risparmio di circa 7 milioni l’anno, visto che 14 milioni di metri cubi che potremo mettere a disposizioni per gli agricoltori non costeranno più 70 centesimi al mc, ma costeranno 18 centesimi al mc”.
“Abbiamo chiesto – ha aggiunto – ai comuni di rispondere a un bando per finanziare progetti con fondi europei, per l’irrigazione in agricoltura, con incentivi e abbiamo collegamenti sia con le organizzazioni agricole che con i singoli comuni. Gli uffici regionali fungono da supporto: ogni comune sarà chiamato a un tavolo tecnico per definire la gestione del piano”. L’obiettivo del piano di interventi è di arrivare a coprire il 91% della popolazione con la depurazione, con un incremento di un milione di abitanti serviti da impianti, con un complessivo di 5,5 milioni di abitanti equivalenti da trattare.
La Regione sta spingendo per il riuso dell’acqua reflua in agricoltura, per il piano dei fanghi di depurazione per il loro smaltimento e per la potabilizzazione dell’acqua, con un programma simile a quello di Singapore e della California, per abbeverare il bestiame. “Le criticità – ha spiegato l’assessore – riguardano Nardò, Porto Cesareo, Manduria/Sava, Casamassima e Carovigno, o per problemi tecnici o per rapporti critici con le popolazioni che non accettano le soluzioni proposte”.
33 sono le procedure di infrazione comunitaria “un numero – ha detto Giannini – assolutamente compatibile e inferiore a quello delle altre regioni italiane (si veda la tabella), un dato oserei dire fisiologico che riguarda anche le reti oltre che la depurazione. E comunque stiamo programmando gli interventi per risolvere le infrazioni”.
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