Una mistica matematica e filosofa. Euclidea e paolina. Il cammino dei mistici è un cammino all’interno di un pellegrinaggio che non è solo spirituale, ma si intreccia con la visione dell’esistenzialità della vita.
Il concetto di “illuminazione” diventa prettamente radicato nell’ambito di una visione chiaramente pregna di mistero che diviene poi consapevolezza della metafisica, perché in ogni mistico la filosofia dell’essere diventa la filosofia della propria spiritualità.
Da anni studio la figura e l’opera di Maria Gaetana Agnesi, nata a Milano il 16 maggio del 1718 e morta a Milano il 9 gennaio del 1799, è sepolta nel Cimitero Monumentale di Milano. Non solo fu la prima donna ad ottenere una cattedra di matematica, ma anche a pubblicare un testo di matematica. Nel 1999 sono stati pubblicati tre volumi nei quali la vita, l’opera e i suoi messaggi sono stati al centro di una attenta riflessione. Questi tre volumi sono stati curati del Centro di vita spirituale del centro culturale Nazariaum della Basilica dei Santi Apostoli e Nazzaro Maggiore in Milano.
All’Università di Bologna il Papa Benedetto XIV la nominò docente di matematica e di filosofia naturale, mentre Mons. Giuseppe Pozzobonelli, Arcivescovo di Milano la nominò direttrice del Pio Albergo Trivulzio. Incarico che mantenne sino alla sua morte, giunta ad 80 anni.
Maria Gaetana Agnesi “stabiliva la propria opinione, sciogliendo le molte obiezioni che le venivano fatte, con copiosa eloquenza e purità di lingua latina anche nelle cose più secche e malagevoli a spiegarsi latinamente”, ebbe a dire Antonio Francesco Frisi nel 1799 nel suo “Elogio storico di Maria Gaetana Agnesi”.
Una figura di primo piano all’interno di quella dimensione dolorante, affascinante, mistica in cui la Passione del Redentore diventa un punto nevralgico della metafora del cielo mistico. Infatti, lei è stata una mistica oltre che una grande matematica. Ha dedicato riflessioni forti sul concetto di Passione, di Redenzione.
Questi modelli culturali, espressi tramite la sua spiritualità, sono racchiusi nell’opera dal titolo Il cielo mistico. Cosa avviene nel suo viaggio nel cielo mistico, in questo suo sottolineare il tempo del mistero? Si vive l’ascensione dell’anima che si pone davanti alla contemplazione della Passione del Redentore e disegna, in modo esemplare, cinque stadi di dolore che, secondo Maria Gaetana Agnesi, sono i seguenti: dolore diffuso, dolore ammirativo, dolore concentrato, dolore desideroso, dolore trasformativo.
Il confronto con il Signore diventa un confronto con la Bellezza, perché soltanto il Signore, dichiara la Agnesi, può condurci lungo il viaggio, il cammino della Bellezza. Una Bellezza “partecipata”. La partecipazione è “partecipazione dell’anima” che viene elevata alla spiritualità santifica nella quale la Bellezza diventa un passaggio attraverso questi cinque porti del dolore.
Il “dolore diffuso” intreccia l’anima e il corpo, la coscienza e la mente, l’interagire tra il senso del mistico e il senso della passione e redenzione, ma il dolore diventa anche “ammirativo” perché il dolore non è soltanto disperazione e lacerazione. Il dolore è la virtù della pazienza. Ecco perché nel terzo “porto”, se vogliamo definirlo tale, la riflessione si concentra sul dolore che diventa sostanza, diffusione e costanza.
Un dolore maggiormente attraversato dalla lettura dei Vangeli che ci porta agli Atti degli Apostoli, ma che ci porta anche, in senso figurato, immaginario e metafisico, alla figura di San Paolo perché la Croce che diventa luce, e dalla luce in cui il dolore diventa la concentrazione vera e propria, si va verso la speranza che è la diffusione della vita, l’oltrepassare il dolore stesso della vita.
Questo è il motivo per cui l’ultimo porto è definito “dolore trasformativo”. Il dolore trasforma anche la figura e la visione del Cristo morente, il quale si rivolge a Dio implorandolo, trasformando così la visione del dolore e quella della morte e diventando Passione di Cristo. Una Passione di Cristo che passa attraverso il modello della spiritualità santa. La Passio Christi se vogliamo usare un termine ad hoc, che diviene, secondo la mistica, l’amore di Cristo.
L’amore di Cristo è vivere tra le braccia di Cristo, ovvero, vivere tra le braccia della Croce, esserne avvolto. L’amore crocifisso è l’amore in cui il senso della post trasformazione diventa quel senso del dolore che è il “dolore desideroso”, perché senza il dolore desideroso è difficile poter oltrepassare il “dolore concentrato”, ma è difficile, sempre secondo la mistica, giungere a quel “dolore trasformativo”.
È proprio il “dolore trasformativo” a condurci verso la Croce diventando diletto, piacere inteso come salvezza, piacere di comunicare con Dio attraverso quell’amore che la mistica ha letto nel Cantico dei Cantici, trasfigurazione di una metafora in una metafisica della salvezza in cui la sposa dei cantici diventa elevazione di una spiritualità profondamente legata alla dimensione spirituale.
In questa dimensione spirituale il dolore è un contrassegnare i cinque porti attraverso la valenza finale di quella che San Paolo chiama “il Cristo che si confronta con la Croce”. Cristo ha bisogno di confrontarsi con la Croce perché i vari “porti” vengono vissuti e lasciati per una nuova partenza. I porti servono proprio a questo, a riposarsi per poi ripartire.
La figura di Maria Gaetana Agnesi è una figura in cui il tema della flagellazione diventa il tema devastante della Passione di Cristo. Soltanto attraverso la partecipazione dell’anima, a questa devastazione del Signore sulla Croce, il tutto può diventare salvifico. Se non passiamo attraverso il dolore, la crocefissione, è difficile capire la bellezza della salvezza.
Credo che questo rappresenti il concetto forte di una dimensione che non è affatto teologica, ma profondamente radicata nel senso del mistico. Essere radicati nel senso del mistico con una mistica significa ritrovare quel senso dell’anima che è l’acutezza di capire le” spine” e la “croce”, ma anche la “corona del Cristo”.
La Corona di Cristo è fatta di spine che costituiranno, insieme ai chiodi, la grande metafora insieme alla lancia nel costato. Un colpo ben definito dell’essere e del tempo. Tutto questo ha una sua valenza ben precisa in cui il Redentore diventa l’elevazione alla salvezza attraverso le varie fasi del dolore che diventano veri e propri porti.
In questo discorso il Vangelo ha una importanza nella interpretazione e nella lettura ma resta focale, in Maria Gaetana Agnesi, la presenza di San Paolo, perché senza il suo viaggio forse non sarebbe stato possibile percorrere questa Passione, questa Redenzione, attraverso quel gran lavoro che è stato compiuto nel suo Cielo mistico. Venne definita la “ricercatrice di Cristro”.
Vanno ricordati, oltre al “Cielo mistico”, alcuni suoi scritti tra i quali: “Istituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana”, nel 1748, “Orazione nella quale si dimostra che lo studio delle arti liberali non è affatto disdicevole al sesso femminile”, che venne letta nel giardino di casa nel 1727, “Propositione philosophicae” nel 1738, successivamente rese pubbliche le “Propositiones philosophicae quas crebris disputationibus domi habitis coram clarissimis viris explicabat extempore et ab objectis vindicabat Maria Cajetana de Agnesiis mediolanensis”.
Le Istituzioni analitiche vennero dedicate a Maria Teresa d’Austria ed ebbe a scrivere:
“Non avvi alcuno, il quale informato delle Matematiche cose, non sappia altresì quanto, in oggi spezialmente, sia necessario lo studio dell’Analisi, e quali progressi si sieno con questa fatti, si facciano tuttora, e possano sperarli nell’avvenire; che però non voglio, né debbo trattenermi qui in lodando quella scienza, che punto non ne abbisogna, e molto meno da me. Ma quanto è chiara la necessità di lei, onde la Gioventù ardentemente s’invoglj di farne acquisto, grandi altrettanto sono le difficoltà, che vi s’incontrano, sendo noto, e fuor di dubbio, che ogni Città, almeno nella nostra Italia, ha persone che sappiano o vogliano insegnarla, e non tutti hanno modo di andar fuori della Patria a cercare i Maestri. […] Sembrerà forse affatto inutile, che compariscano queste mie Instituzioni, avendo altri già da molto tempo così largamente provveduto all’altrui bisogno. Ma su questo punto io prego il cortese Lettore a riflettere, che crescendo le scienze di giorno in giorno, dopo l’edizione del lodato libro moltissimi, ed importantissimi sono stati i nuovi ritrovamenti inseriti dai loro Autori in diverse opere, come era succeduto degli anteriori; quindi per iscemare agli Studiosi la fatica di andare fra tanti libri ripescando i metodi di recente invenzione, mi sembravano utilissime, e necessarie nuove Instituzioni di Analisi. Le nuove scoperte m’hanno obbligata ad un’altra disposizione di cose, e ben fa chi pon mano in sì fatte materie, quanto sia difficile il ritrovare quella, che sia dotata della dovuta chiarezza e semplicità, omettendo tutto il superfluo, senza lasciare cosa alcuna, che esser possa utile o necessaria, e che proceda con quell’ordine naturale, in cui forse consiste la miglior istruzione, ed il maggior lume. Questo naturale ordine io ho certamente sempre avuto in vita, e l’ho sommamente procurato, ma non so poi se sarò stata bastantemente fortunata per conseguirlo”.
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò completamente al suo “Il Cielo mistico, cioé contemplazione delle virtù, dei misteri e delle eccellenze del Nostro Signore Gesù Cristo”.
Sempre Frisi ebbe a dire: “Maria Gaetana rende interamente pubblico quel sistema di vita nascosta alla quale si sentiva inclinata e intraprende in forma secolare la vita monacale che aveva desiderato”.