Si è spento ieri, all’età di 85 anni, il prof. Vincenzo De Filippis.
Volto molto conosciuto a Grottaglie, classe 1935, è stato insegnante e preside presso diversi Istituti d’Arte, tra cui quello di Grottaglie, dove esercitò il suo magistero per oltre un decennio.
Scultore in ceramica prolifico e originale, a lui si devono innumerevoli opere, tra cui il famoso “Calvario”, opera in ceramica policroma, ispirata alla “Deposizione” del Masaccio ed installata alla fine degli anni ’50 in una nicchia di fianco a Porta S. Angelo, nei pressi del castello Episcopio, opera di cui stava curando il restauro dopo i gravi danni subiti nel 2014 e programmati già dall’Amministrazione Alabrese nel 2016.
Il ricordo di Alberto Altamura per Gir
“Enzo De Filippis è stato un artista a tutto tondo, che ha onorato la città di Grottaglie e l’intero territorio, duttile ed intelligente, capace di padroneggiare i vari campi dell’arte e le varie tecniche: dalla grafica alla ceramica, alla scultura.
In quest’ultimo campo si era guadagnato un posto di rilievo nel panorama jonico, dividendo con il maestro manduriano Pietro Guida il posto d’onore e dimostrando di aver raggiunto un alto livello artistico sia sul piano progettuale che esecutivo. Si era formato presso il locale Istituto d’arte Vincenzo Calo’ e poi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli alla scuola di Raffaele Mormone, illustre docente di scultura.
Dopo alcuni anni di insegnamento negli istituti d’arte, aveva diretto quello di Potenza prima e quello di Grottaglie poi, dove aveva concluso la carriera scolastica, facendo diventare il Calo’ un vero punto di riferimento sul territorio per l’arte e gli artisti tarantini e pugliesi. Ma non tradì mai però la sua vocazione artistica e la passione autentica per la scultura, come stanno a dimostrare le innumerevoli mostre in tutta la Puglia e fuori di essa, trattando con pari bravura materia laica e soggetti sacri.
Sotto le sue mani la materia rivive e risplende di nuova luce, mossa da una genuina ispirazione e da una forte carica etico-religiosa. Non è il momento ora di ripercorrere l’intero itinerario dell’amico e dell’artista, ci saranno altri momenti per rivisitare la sua produzione e riconsiderarla attentamente. Oggi piangiamo l’amico che ci ha lasciato nella tristezza e che non ci stancheremo di lodare per la sua gentilezza e nobiltà d’animo, il rifiuto di facili grettezze e miserie spirituali, l’apertura alle bellezze e alle glorie del creato, la capacità di unire cielo e terra…”