Per la Misericordia cattolica i morti sono tutti uguali? Per le culture ideologiche marxiste e relativiste e catto – comuniste non mi pare che i morti siano tutti uguali? Mi sbaglierò!
Eppure quei cadaveri bisognava scavalcarli, ci ricorda il “fascista” Cesare Pavese, e ad ogni morto bisognerebbe anche oggi chiedere ragione del perché. Morti partigiani morti repubblichini. Gli anni sono passati. La storia non è stata scritta per offrire una verità “giusta”. È stata scritta, questa storia, con il pensiero fisso che “la storia siamo noi”, ma chi è che si identifica nel “siamo noi”.
Troppi padri della democrazia sono stati ricordati per il loro coerente antifascismo senza menzionare che sono stati già fascisti e con la tessera in mano e in troppi hanno dimenticato che sino al 1943 collaboravano assiduamente con il Regime.
Erano uomini fascisti: da Bobbio a Dario Fo i quali vengono, chi in un modo e chi in un altro, ancora considerati i padri della democrazia insieme a tanti altri. Ma questi padri della democrazia sono stati fascisti.
Resta troppo ingombrante il Fascismo perché non è mai stato ideologia, con Gentile è stato filosofia. Credo che bisognerebbe partire da una discussione serena. La Resistenza, nella quale non mi identifico ma questo non significa nulla in senso storico, quale filosofia ha posto al centro?
La democrazia? Ma il Fascismo era già imploso e non per merito degli aventiniani che ritornano ad occupare le piazze quando gli americani sono già in Italia e giocano a scopone con i russi.
La storia la si sta riscrivendo, e questo ora fa paura, e i documenti dichiarano realtà diverse rispetto a quelle che ci hanno imposto di studiare nei miei anni di liceo e sino a tuttora. E poi i morti sono tutti uguali? Sì anche Ignazio Silone che lo hanno fatto morire un anno prima, in alcuni testi catto-comunisti, e a Pavese hanno negato di aver rischoesto la tessera del PNF. E Pirandello che ‘ Fascsita da sempre e chiede la tessera nel 1924.
Comunque il mondo cattolico ha avuto ed ha molte responsabilità nel negare la verità della storia. Il caso del vescovo di Taranto che rifiuta di far celebrare una messa in suffragio di Mussolini e Gentile la dice lunga. Questa è stata anche la cultura de “la storia siamo noi” e della Resistenza?
Il risultato della storia sono loro! Proprio in virtù di questo discorso, credo che il mondo cattolico dovrebbe essere meno intollerante perché nei momenti decisivi delle scelte è stata la cultura tradizionalista a difendere l’identità cattolica e non certo gli illuministi o i post giacobini. Ma i cattolici restano ingrati.
La loro carità e la loro misericordia sono “pelose” si diceva nella mia Calabria.
È passato senza memoria alcuna il giorno in cui i cristiani hanno subito il primo genocidio in Armenia della storia moderna. Si rifiutano di celebrare messa per le anime di Mussolini e Gentile. Non difendono i cristiani massacrati nelle terre di Maometto anche oggi. Fanno passare epoche prima di santificare Padre Pio e benedicono i morti per l’antifascismo. Celebrano messe fantasiose come quella di Aldo Moro senza la presenza del feretro e con sedute spiritiche al centro.
Insomma questa chiesa vuole essere la chiesa di tutti e riscattarsi senza battersi il petto?
Celebri spontaneamente una messa per i morti ammazzati e appesi a testa in giù a Piazzale Loreto a guerra finita. Dico a guerra finita! Ci dimostri se la misericordia e la carità di cui parlano è realmente per tutti. Ci vuole coraggio. Ma la chiesa non ha bisogna di coraggio ammesso che non sia quella di don Abbondio perché a tutti è dovuto un atto di Misericordia e di Umanità. Vediamo un po’ cosa accadrà.
Il vescovo di Taranto, per restare in tema, ha una buona occasione per farsi perdonare e far ricredere i cristiani come me. Mio padre mi ha insegnato a non rinnegare mai e vive sempre con dignità.