Dopo le vibranti proteste dei pastori sardi delle scorse settimane, esasperati da un sistema evidentemente inceppatosi e che ha portato l’impoverimento della parte più debole della filiera, da Montecitorio giungono notizie confortanti per il comparto.
In Commissione Agricoltura alla Camera, infatti, è stata approvata all’unanimità la risoluzione Cadeddu (M5S) che impegna il Governo Conte a regolamentare e garantire la tracciabilità della filiera del latte ovino e caprino. La Puglia è la sesta regione italiana per produzione di latte di pecora con 46.506 quintali mentre si producono quasi 5.000 quintali di latte di capra. Per numero di unità produttive operanti nel settore lattiero-caseario la Puglia è la terza regione con 218 caseifici e centrali del latte, 2 stabilimenti di aziende agricole e 5 di enti cooperativi agricoli e ben 11 centri di raccolta.
“La nostra risoluzione mira a ricostruire una filiera virtuosa, che valorizzi il lavoro dei pastori ed elimini squilibri e forme di sfruttamento – commentano i parlamentari pugliesi Giuseppe L’Abbate e Gianpaolo Cassese, esponenti M5S della Commissione Agricoltura della Camera – Tracciabilità infatti significa affrontare le principali criticità scaturite, ad esempio, nella protesta dei pastori sardi. Ad oggi, infatti, non è possibile conoscere nel dettaglio quale sia la quantità di latte prodotto, quanto di questo viene trasformato, quanto latte esportiamo e quanto ne importiamo. Istituiremo una banca dati della filiera del latte che consentirà di monitorare il settore e scongiurare abusi e storture. Portiamo così a compimento, anche grazie al contributo delle altre forze politiche, un percorso a cui il Movimento 5 Stelle ha lavorato fin dal primo giorno di Legislatura.
La Risoluzione Cadeddu (M5S) non pone l’impegno a tener traccia dei dati in capo agli allevatori, già gravati da tante incombenze burocratiche e costi. Questi, però, contrariamente al passato, potranno disporre di dati aggiornati sulla filiera del latte, verificandoli e facendosi parte attiva, consapevole e informata su tutte le fasi dalla produzione alla trasformazione. Sarà il primo acquirente a dover registrare mensilmente il latte crudo acquistato dagli allevatori nazionali e quello proveniente dai paesi Europei o da Paesi terzi. Le aziende di trasformazione dovranno registrare i prodotti trasformati e le relative giacenze di magazzino. Allevatori, associazioni di categoria, chi dovrà vigilare e tutte le figure accreditate nella banca dati del SIAN, il sistema informativo agricolo nazionale, potranno consultare i dati.
La tracciabilità è solo un primo passo – concludono i deputati Giuseppe L’Abbate e Gianpaolo Cassese – i prossimi saranno programmazione della filiera e sviluppo tecnologico. Per essere competitivi è necessario affinché gli allevatori possano modernizzare i loro impianti ormai fermi da decenni. E per il successo di questo percorso il protagonismo e la coesione tra gli allevatori sono fondamentali”.