«Ancora una volta, va constatato che la Asl di Taranto confonde la misura della qualità dell’aria con il reale effetto che gli agenti tossici hanno sulla salute della popolazione.» Lo afferma la Dott.ssa Daniela Spera di Legamjonici a commento della nota inoltrata dalla Asl di Taranto l’ 11 luglio 2016 in risposta al comunicato stampa dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Taranto del 6 luglio 2016.
»L’ Asl, infatti – aggiunge la Dottoressa Daniela Spera, presidente del comitato Legamjonici, riferendosi ai valori di legge, correla il rispetto dei limiti di legge di ossidi di azoto, benzene, monossido di carbonio, e gli attuali livelli di PM10 e di Benzo(a)pirene ad un miglioramento della qualità della vita della popolazione tarantina.
Anzitutto, va specificato che i limiti di legge vengono di norma calcolati per una popolazione adulta e dunque l’impatto sui bambini, in relazione alla loro minore massa corporea, risulta diverso e generalmente superiore. Gli organismi in fase di sviluppo, inoltre, con particolare riferimento all’epoca gestazionale, risultano maggiormente suscettibili verso sostanze tossiche che fungono da “interferenti endocrini”, con effetti negativi sui meccanismi che sono alla base della regolazione ormonale (F. Laghi, vice-presidente I.S.D.E. nazionale).
Citando i PM10 – evidenzia la Dott.ssa Spera, l’Asl sottolinea come i valori attuali, inferiori ai 25 μg/m3, siano una conquista dal punto di vista sanitario, dimenticando che la stessa Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito le polveri sottili nel gruppo I, cioè fra i cancerogeni per l’uomo e che per quanto riguarda i metalli pesanti, in particolare Arsenico (As), Cadmio (Cd), Nichel (Ni) e alcuni Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), la Direttiva 2004/107/CE ha stabilito: ’Dai dati scientifici disponibili risulta che l’arsenico, il cadmio, il nickel e alcuni idrocarburi policiclici aromatici sono agenti cancerogeni umani genotossici e che non esiste una soglia identificabile al di sotto della quale queste sostanze non comportano un rischio per salute umana. L’impatto sulla salute umana e sull’ambiente è dovuto alle concentrazioni nell’aria ambiente e alla deposizione.’ Non esiste, dunque per queste sostanze, un “effetto soglia”, ossia una concentrazione al di sotto della quale se ne possano escludere effetti sulla salute. Infine, ma certo non da ultimo, c’è da considerare come i limiti di legge, individuati per le singole sostanze, non tengano conto dell’azione sinergica e talora esponenziale che possono svolgere nel loro complesso.
Particolarmente preoccupante – rimarca la Dott.ssa Daniela Spera, Farmacista, PhD in Scienze Farmaceutiche e presidente del comitato Legamjonici – è il passaggio della nota inoltrata dalla Asl di Taranto in cui nega l’attuale situazione di esposizione continuata, e dunque l’emergenza sanitaria in atto, sottolineando che le patologie tumorali future saranno frutto delle ‘pregresse esposizioni’ che ‘determineranno i loro effetti a lungo termine sulla salute dei cittadini anche negli anni a venire’. Dunque secondo la Asl oggi possiamo respirare a pieni polmoni anche nelle zone limitrofe allo stabilimento siderurgico, perché né oggi né domani subiremo danni per l’esposizione attuale.
E’, infine, singolare che la Asl affermi di essere in fase di valutazione degli effetti dei metalli pesanti sulla popolazione tarantina, lasciando intendere di condurre attualmente un’azione di mera osservazione e non di prevenzione. Va ricordato ancora una volta: prima di ogni cosa la Asl ha funzione di prevenzione. La presunta ambientalizzazione dell’Ilva non può e non deve essere assunta come parametro per garantire la tutela della salute, per tutte le ragioni sopra esposte. Del resto, a fronte dei numerosi rischi per la salute della popolazione tarantina, la risposta non può limitarsi soltanto a diagnosi sempre più precoci e a terapie sempre più efficaci. Bisogna necessariamente investire nella prevenzione primaria in quanto la vera prevenzione è quella che rimuove le cause delle malattie.
Lo stabilimento Ilva – conclude la Dott.ssa Daniela Spera, presidente del comitato Legamjonici – non potrà mai operare nel rispetto della salute umana e sarò lieta di spiegare le mie ragioni, se la Asl di Taranto vorrà ascoltare, come specificato nella propria nota, tutti gli attori ‘che a vario titolo sono coinvolti nella ricerca di soluzioni condivise per la salvaguardia della salute della popolazione tarantina’.»