Nessun pagamento effettuato da parte di Arcelor Mittal Italia alle aziende dell’indotto, neanche in minima percentuale.
Un’altra promessa è caduta nel vuoto
Contrariamente a quanto dichiarato dall’azienda nella serata di ieri a Confindustria e sindacati, convocati nella direzione dello stabilimento, nessun credito è stato soddisfatto neanche come anticipo rispetto alla mole creditizia maturata da parte delle aziende fornitrici. La situazione è oramai esplosive, molte aziende hanno notevolmente limitato la loro attività e tante sono quelle che hanno già licenziato i loro dipendenti oppure annunciato di farlo se non ci saranno a breve sviluppi positivi della questione.
Un futuro pieno di incertezze
Nonostante il Governo nazionale abbia annunciato di considerare la questione Ilva una priorità, con il premier Conte sceso a Taranto per testimoniare il suo impegno, al momento non ci sono segnali che evidenzino un effettivo cambio di passo nella vertenza. Dopo le tante dichiarazioni di questi giorni, da parte degli esponenti del governo locale e nazionale, di fatto l’unica cosa certa appare l’intervento dei tribunali di taranto e Milano e l’annunciato incontro di venerdì prossimo tra Arcelor Mittal ed il Ministro Patuanelli.
Le imprese sono allo stremo
Intanto, le imprese dell’indotto sono allo stremo, ed hanno oramai rotto gli indugi, arrivando a presidiare la portineria C dello stabilimento ionico annunciando per il prossimo futuro nuove manifestazioni.
Sembra ripetersi lo scenario di qualche anno fa, quando dipendenti e titolari delle aziende dell’indotto tarantino si recarono a Roma per protestare e chiedere una risposta alle loro legittime rivendicazioni
Tutti sono in attesa di una risposta, e le imprese, che da lunedì scorso continuano a tenere il presidio spontaneo e autogestito davanti allo stabilimento, hanno assicurato già da ieri sera, accogliendo la richiesta di Confindustria Taranto, gli interventi necessari per la messa in sicurezza degli impianti.
In assenza del saldo dei crediti, tuttavia, riprenderanno con il blocco delle attività interne allo stabilimento a partire dalle 12 di domani, giovedì 21 novembre.