«A venti giorni dallo scadere dell’accordo, la vertenza Teleperformance – che riguarda le sedi di Taranto e Roma – assume contorni sempre più apocalittici.» E’ quanto affermano in una nota alcuni lavoratori della sede tarantina dell’azienda francese, che esprimono tutto il loro malessere e preoccupazione per la situazione lavorativa del call-center, la seconda realtà occupazionale ionica dopo l’ILVA.
«Lo scenario è catastrofico – scrivono i dipendenti del call-center ionico – considerando l’altissimo numero di lavoratori a rischio licenziamento. La multinazionale del call-center ha infatti aperto ufficialmente le procedure per la societarizzazione delle due sedi italiane e quello che sembra ormai un canovaccio ben collaudato da parte di società che sfruttano il lavoratore fino al midollo e poi fuggono senza pagare dazio è ormai diventato realtà. La società sta infatti procedendo nella più totale latitanza della politica italiana all’ennesima farsa legalizzata, la creazione di una new- company (Corporate) e una bad-company (In & Out SpA), questo per far si che i debiti restino al contribuente e gli utili alle solite sanguisughe. L’idea è quella di scorporare la società per lasciare gli utili frutto di accordi commerciali del Gruppo a livello mondiale nella “Corporate” presso la sede di Fiumicino e condurre verso morte certa la “In&Out” società in perdita nella quale vi sono gli attuali lavoratori tarantini.
Tutto ciò – ribadisce la nota dei dipendenti di Teleperformance – oltre che vergognoso è INACCETTABILE. Oggi i dipendenti si giocano l’ultima carta, quella della disperazione, chiedere un incontro urgente al nuovo presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per provare a vedere se le promesse fatte in campagna elettorale siano frutto solo dell’ennesimo fumo negli occhi sugli elettori o vera voglia di cambiamento. La delegazione chiede di essere accolta con estrema premura in quanto, ad oggi, non ci sono margini di trattativa per scongiurare il peggio. Ricordiamo che Teleperformance ha chiuso tutte le relazioni industriali lo scorso 8 giugno. I rappresentanti dei lavoratori ritengono di vitale importanza trovare rapidamente una soluzione a questa vicenda che ormai appare senza via d’ uscita.
La richiesta che intendono portare al Governatore della Puglia è che si faccia promotore, presso il Governo centrale, di una legge che regolamenti, in maniera definitiva, il mercato dei call center.
Con la societarizzazione, altri 2000 lavoratori saranno messi in mezzo alla strada, andando ad aggravare, andando ad aggravare una situazione occupazionale territoriale già drammaticamente compromessa.
Confidiamo nell’impegno del neo presidente Michele Emiliano – concludono i dipendenti del call-center ionico, facendo presente che la gente ormai al limite di sopportazione è estremamente esasperata e che un ennesimo colpo all’economia locale non sarà facilmente risolvibile con un semplice “non abbiamo potuto fare nulla”.»