«Il Decreto della vigilia di Natale che sembrava la panacea per tutti i mali della città di Taranto mostra pian piano tutti i suoi lati oscuri e tutta la sua inadeguatezza. Un problema di prospettive che probabilmente soffre anche dell’assenza di una mancata progettualità strategica proveniente dal territorio spesso costretto a rincorrere gli eventi e non a determinarli.» E’ quanto dichiara Fabrizio Nardoni, Assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia.
«Per tale ragione – aggiunge Nardoni – intervengo sulla questione proprio per rimarcare un concetto che pare essersi smarrito nel dibattito generale. Perché quel Decreto già ambiguo sui tempi, le modalità e le coperture economico-finanziarie relative alle prescrizioni di natura ambientale, punto di partenza fondante e irrinunciabile, e sugli effetti occupazionali e produttivi che riguarderanno il passaggio dell’ILVA in amministrazione straordinaria con relative incertezze per i lavoratori diretti e indiretti e per le aziende dell’appalto, soffre a mio parere anche di un limite di prospettiva da cui nessuno deve sentirsi estraneo. Il nuovo modello di sviluppo che in Taranto interpreta per l’Italia la più grande sfida tra globalizzazione e sostenibilità ambientale, non può infatti tener fuori un pezzo di futuro che quel Decreto sembra (e sottolineo sembra) prendere in considerazione solo in parte con uno “spottone” tutto legato alla Città Vecchia, all’Arsenale o al MARTA. Ma il rapporto tra il lavoro, l’industria, la città, ma anche il suo territorio ed ogni singolo uomo, donna e bambino di questa terra non può essere ancora una volta costruito sulle spalle di qualcuno, sia esso operaio, impresa dell’appalto, ma anche artigiano, mitilicoltore, agricoltore o allevatore di questa nostra terra.
Così – prosegue l’Assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia – devo purtroppo registrare per l’ennesima volta come il tanto sbandierato concetto di Smart City che meglio sarebbe immaginare come una Smart Land, lasci ancora in un assordante silenzio la voce del mondo produttivo, economico e occupazionale legato alla risorsa mare e al comparto agro-alimentare in generale.
Il tributo più importante questi settori lo hanno già pagato (intere stagioni di raccolta mitili mandate al macero, allevatori ridotti sul lastrico), e senza mai ricevere indennizzi (tranne le risorse messe a disposizione della Regione Puglia per far fronte alle pressanti misure sanitarie) ne tanto meno scuse pubbliche. Anzi nel 2012 fu lo stesso allora Ministro per l’Ambiente Clini a soffiare sul fuoco della paura parlando di filiera agroalimentare compromessa parlando dei nostri prodotti, senza neanche sentire la necessità di interpellare ad esempio i nostri veterinari o i nostri uffici ASL preposti ad un ferreo controllo.
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Così il comparto agroalimentare prima per effetto di un blocco delle importazioni da Taranto da parte delle grandi committenze, con la eco negativa sulla qualità di mitili, arance o uova (giuste per citarne alcuni) prodotti qui, e poi con i successivi decreti pro-ILVA, continua ad essere sbeffeggiato e vilipeso, senza pensare che il “territorio intelligente” ha bisogno di contemplare questi comparti, dal mare alla terra, come validi e insostituibili allegati di un progetto di sistema che non può più essere monoculturale.
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Nei venti chilometri di area resi impraticabili dalla contaminazione del siderurgico e dell’area industriale tarantina, come Regione abbiamo costruito un modello di resistenza coatta che guarda al No-Food e all’utilizzazione di quei terreni per colture destinate alla produzione di energia o alla fito-depurazione. Azioni che non restano annunci ma trovano sostegno economico nel prossimo Programma di Sviluppo Rurale.
E sulla risorsa mare stiamo tenacemente la strada del Distretto della Pesca e di un GAC (Gruppo di Azione Costiera) che sappiamo ben interpretare le potenzialità ma anche i limiti di un territorio fin troppo provato.
Vogliamo, conclude Fabrizio Nardoni, Assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, non retrocedere di un passo, anzi. Quel potenziale va preservato ed è per questo che come Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia scriveremo nei prossimi giorni alla Presidenza del Consiglio che detiene la competenza sulla vertenza Taranto, per chiedere a viva voce che il mondo dell’agricoltura, della zootecnia e della risorsa mare dell’area ionica vengano degnamente rappresentati al Tavolo istituzionale chiamato a compiere le scelte che riguarderanno il futuro di questa terra.»