“Mentre Governo, parti sociali e la maggior parte degli enti locali coinvolti stanno costruttivamente collaborando per assicurare all’ILVA, ai lavoratori e a Taranto investimenti industriali per 1,2 mld, ambientali per 2,3 miliardi e la tutela di circa 20.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, il Comune di Taranto e la Regione Puglia decidono di impugnare il DPCM ambientale mettendo a rischio l’intera operazione di cessione e gli interventi a favore dell’ambiente.
Nonostante la presentazione dettagliata di piano ambientale e industriale fatta al tavolo istituzionale del Ministero, peraltro disertato all’ultimo minuto dal Sindaco di Taranto, l’impegno preso a convocare un tavolo dedicato a Taranto e l’anticipo dei lavori di copertura dei parchi confermato oggi dai commissari che segue più di 500 milioni di euro di interventi ambientali già compiuti dall’Amministrazione Straordinaria, continua la sistematica e irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi. Ricordo che il DPCM verso cui Emiliano e Melucci hanno fatto ricorso prevede tra l’altro una produzione contingentata a 6 milioni di tonnellate per limitare le emissioni, rispetto alle precedenti 8, fino al completamento di tutti gli interventi ambientali.
Si tratta credo del primo caso al mondo in cui un investimento di riqualificazione industriale e ambientale di queste dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio che più ne beneficerà. Spero vivamente che Regione e Comune abbiano ben ponderato le possibili conseguenze delle loro iniziative e le responsabilità connesse”. È quanto dichiara il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda in merito alla decisione di impugnare il DPCM ambientale sull’Ilva da parte della regione Puglia e del comune di Taranto.