«Riteniamo inaccettabile la messa in “esubero temporaneo” di 4.984 lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto.» Lo dichiara il consigliere regionale Cosimo Borraccino, Presidente della II Commissione (Affari Generali e Personale) Regione Puglia.
«Dopo quasi cinque anni di gestione commissariale da parte dello Stato – afferma l’esponente ionico di Sinistra Italiana, i governi nazionali non sono stati capaci di produrre un piano industriale attraverso il quale si potesse comprendere il destino dell’Azienda e dei lavoratori.
Non è stato presentato stato nessun progetto tangibile attraverso il quale definire livelli di emissioni sostenibili per la salute dei cittadini, come richiedeva ARPA Puglia, attraverso la voce autorevole del suo ex Direttore Prof. Giorgio Assennato.
Non è stata elaborata nessuna proposta progettuale per individuare nuove tecnologie idonee a rendere praticabile la strada della compatibilità della produzione dell’industria con la sostenibilità ambientale. Niente di niente, se non Decreti con i quali esentare da qualunque responsabilità i commissari, prorogare i limiti di applicazione delle BAT e quindi dell’AIA.
La decisione di mettere in “esubero” quasi 5000 lavoratori, a prescindere da quale tipo di ammortizzatore sociale si vorrà utilizzare per loro, è un fatto gravissimo e rischioso per il futuro di quelle famiglie e della intera azienda. Il sospetto è che questa sia una manovra per consentire ai nuovi acquirenti privati, con i quali il Governo si accinge a trattare, di partire immediatamente da una bella sforbiciata alla pianta organica.
Ancora una volta – prosegue Borraccino – registriamo il fallimento delle politiche liberiste e di svendita del patrimonio pubblico ai privati, portate avanti ostinatamente dai governi nazionali targati PD e larghe intese.
Dopo i fallimenti, sul piano occupazionale, economico e sociale che la lunga stagione delle privatizzazioni ha prodotto, è il momento di fare delle scelte radicalmente alternative e proiettate verso la tutela del bene comune.
Il Governo fermi questa scellerata corsa al ribasso che è stata messa in atto in favore di appetiti privati e a discapito dei lavoratori, dell’ ambiente e della produzione.
L’ILVA deve essere nazionalizzata e il Governo deve assumere su di se le responsabilità che la nostra Costituzione gli impone.
Se il futuro dell’Ilva sarà il gas o un’altra tecnologia è un quesito che giustamente oggi il Presidente della Regione Puglia, pone al Governo.
Tuttavia – conclude Borraccino, questa ennesima partita che, per il momento, si sta giocando sulla pelle di 5000 lavoratori, dimostra, a mio avviso, come sia oramai inevitabile nazionalizzare la più grande fabbrica d’Italia per decidere, e mettere in atto, tutto quello che serve a garantire occupazione, economia e salute ad una comunità, come quella tarantina, che da troppi anni subisce i danni di una industrializzazione oramai antiquata.»