A metà luglio in tanti pensano alle vacanze, ma a Taranto le preoccupazioni sono ben altre; piuttosto che il dilemma “mare o montagna” in molti si chiedono se a fine mese arriverà lo stipendio. Se lo chiedono i dipendenti dell’ILVA e tutti coloro che dall’ILVA, in un modo o nell’altro, traggono il loro sostentamento: dipendenti delle ditte appaltatrici, fornitori ed operatori commerciali.
Da mesi oramai si naviga a vista, si rimpallano responsabilità e si snocciolano promesse, con grida d’allarme che si alternano a annunci di nuove speranze. Di fatto la situazione proprio tranquilla non è, tanto che non solo i dipendenti protestano con uno sciopero, ma anche Confindustria chiede a gran voce interventi risolutivi.
Il Decreto Legge approvato la settimana scorsa apre un ulteriore spiraglio i spernza, ma non ‘è da farsi troppe illusioni; tanto che è lo stesso neo commissario straordinario dell’Ilva, Piero Gnudi, a non nascondere la preoccupazione per la situazione finanziaria, annunciando però che la prossima settimana cominceranno gli incontri con le banche per ottenere un finanziamento ponte.
“Le casse dell’Ilva sono vuote” – ha infatti dichiarato Piero Gnudi, evidenziano che senza il decreto approvato giovedì dal consiglio dei ministri “non sarebbe stato possibile pagare gli stipendi“, stigmatizzando poi l’opposizione al provvedimento, che ha definito “francamente incomprensibile“.
Poi, sempre Piero Gnudi, ha annunciato che la prossima settimana “cominceranno gli incontri con le banche per ottenere un finanziamento ponte“, in attesa – evidentemente – di sviluppi che consentano di impostare un piano industrtiale ed un progetto finanziario all’altezza delle attese delle migliaia di persone che – direttamente o indirettamente – dipendono dall’ILVA.