Sull’ILVA si procede con urgenza. Non tanto quella dettata dalla determinazione di voler definire ed adottare i provvedimenti necessari ad indicare quali siano i programmi a media e lunga scadenza, quanto piuttosto quella frutto della necessità di “turare le falle” e cercare almeno una navigazione a vista.
Dal governo, nel Consiglio dei Ministri di ieri 10 luglio, arriva l’OK al “prestito ponte” che dovrebbe permettere all’azienda di pagare gli stipendi e – si spera – anche i fornitori. Renzi, insomma, segue la strada già percorsa da Monti e Letta e sceglie lo strumento del Decreto Legge per portare avanti la vicenda ILVA.
“Il decreto contiene la riorganizzazione dei tempi ambientali e la questione del prestito ponte. Questi sono i due punti che Galletti e Guidi illustreranno domani“, ha dichiarato il premier Renzi in conferenza stampa, annunciando anche che alla guida dell’ILVA dovrebbe rimanere un solo commissario straordinario. Da parte loro, i ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico hanno spiegato che il decreto approvato consente all’azienza di ottenere le risorse finanziarie necessarie tanto per la ordinaria amministrazione corrente che per andare avanti nelle opere di ambientalizzazione dello stabilimento.
Il governo licenzia quindi un decreto composto da un solo articolo, in cui non trovano spazio lo sblocco delle risorse sequestrate alla famiglia Riva e la figura del commissario ambientale. Il decreto dispone che per “l’osservanza” del Piano di risanamento devono essere attuate almeno l’80% delle prescrizioni entro il 31 luglio del 2015″; per il resto delle prescrizioni il termine è fissato al 4 agosto 2016, a parte l’applicazione della decisione della commissione Ue del 2012 sulle migliori tecniche disponibili per produrre ferro e acciaio.
Al di la dei tempi e del burocratese, il “nocciolo duro” del decreto è quella del prestito ponte che sarà “funzionale” all’attuazione delle misure di “tutela ambientale e sanitaria” e per “la continuazione dell’esercizio dell’impresa e la gestione del relativo patrimonio“. La norma riguarda “l’impresa commissariata“, la quale “può chiedere di essere autorizzata a contrarre finanziamenti prededucibili“. Il provvedimento dovrebbe consentire al colosso siderurgico di pagare gli stipendi ai propri dipendendi e di dare almeno una boccata d’ossigeno a fornitori e subappaltatori che da mesi annaspano a causa dei mancati pagamenti di quanto a loro dovuto. Con la prededuzione del prestito ponte alle banche, il Governo dà in sostanza una garanzia ulteriore agli istituti che sono così garantiti del rientro in qualsiasi situazione, anche qualora l’azienda dovesse fallire.