La venuta a Taranto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha portato una ventata di speranza in tutti. Il premier non ha preso posizioni, ha ascoltato chi la fabbrica vuole chiuderla immediatamente e chi vuole che continui il processo di ambientalizzazione salvando i posti di lavoro.
L’agenda di Conte aveva tutt’altri impegni ma il presidente è voluto venire a Taranto. E’ stato in fabbrica, ha parlato e ascoltato gli operai, dapprima è stato davanti alle portinerie, travolto dalla rabbia di chi grida il suo dolore.
Non occorre più citare il dossier Sentieri o analizzare dati, la situazione, a Taranto, ormai è chiara per tutti.
“Qui per vedere con i miei occhi”
“Sono venuto a Taranto per rendermi conto personalmente e vedere con i miei occhi. Ho visitato lo stabilimento, ho ascoltato gli operai, i cittadini, gli esponenti di associazioni e di comitati, gli amministratori locali. Ho voluto questo confronto per capire meglio, per ascoltare le ragioni di tutti. Mi sono confrontato con il dolore di chi piange la perdita dei familiari, con l’angoscia di chi sente di vivere in un ambiente insalubre, con la sfiducia di chi ha perso un lavoro, con l’incertezza di chi ha il lavoro ma non è certo di conservarlo domani.” Cosi Conte a margine della sua venuta a Taranto.
La vicenda in questo momento però sembra esser in punto di stallo
“Non sono venuto con una soluzione pronta in tasca, non ho la bacchetta magica, non sono un supereroe. Quello che posso dirvi è che il Governo c’è e con l’aiuto e la collaborazione di tutti, dell’intero “sistema-Paese”, farà di tutto per trovare una soluzione. Di tutto. Sto rientrando adesso a Roma. Ma tornerò presto a Taranto.”
“E’il tempo di uscire dall’angolo e chiedere buon lavoro”
Abbiamo bisogno di “politica e scienza”, è quanto ha sollevato la CGIL durante il consiglio di fabbrica al quale ha partecipato il premier Conte.
“Sappiamo, e dobbiamo esserne ben consapevoli, che se davvero la grande fabbrica dovesse chiudere, senza che siano stati previsti gli ingenti finanziamenti per opere di bonifica e di riconversione produttiva del territorio, si avrebbe comunque una ricaduta pesantissima in termini sociali specie a livello territoriale. In tutta la provincia di Taranto si aprirebbe una crisi di enormi dimensioni che investirebbe tutti i settori economico-produttivi, molti dei quali già fortemente provati, come il commercio o il mondo delle professioni e delle piccole e medie imprese. Tutto contribuirebbe inoltre ad accentuare il degrado sociale, la fuga dei giovani della nostra realtà, l’aumento della criminalità e dei fenomeni di usura.”
E’ quanto dichiara la CGIL di Taranto
“Non possiamo più pensare che un agonizzante prolungamento della vita della fabbrica a Taranto, magari con un ulteriore riaffidamento alla gestione commissariale per anni, possa essere una soluzione credibile e accettabile, sapendo che per far questo occorrerebbe ripristinare condizioni quali l’immunità penale, decreti governativi che minimizzino gli effetti dell’intervento della magistratura, magari in assenza di risorse per ottemperare a prescrizioni ambientali, progetti industriali e così via.
Le poche settimane che abbiamo di fronte, prima dell’abbandono definitivo dei Mittal, devono servire a trovare dunque soluzioni che non si basino più sul braccio di ferro tra interesse nazionale e territoriale. Taranto è disponibile ancora ad essere “utile” alla Nazione, ma non al prezzo che ha dovuto pagare sinora”.
Il giorno più lungo per Taranto
E’ stata una giornata davvero lunga per la città e per l’Italia intera. Conte è giunto in riva ai due mari in una giornata segnata dallo sciopero di 24 ore indetto dai sindacati, da Jindal, a capo della vecchia cordata concorrente, che si è definitivamente sfilata e da Moody’s che ha avvisato Mittal del rating a rischio se non si perseguirà, velocemente, la strada dell’addio all’acciaieria italiana
Un fronte che è divenuto incandescente
Conte è ripartito da Taranto venerdì notte alle due, dopo aver visitato anche le periferie più colpite dall’inquinamento: «Ne sono uscito toccato, molto emozionato, ma ho fatto la scelta giusta».
In serata una cena al volo al Patties, un locale a due passi dal Ponte Girevole, il presidente ha mangiato un panino con il suo staff, senza fronzoli e pompa magna, come del resto ha fatto in tutta la sua venuta in città.
Lunedì nuovo incontro con Mittal
Domani dovrebbe esserci un nuovo incontro con l’azienda. «Al momento la strada di trattare con ArcelorMittal sugli esuberi è quella prioritaria: lo Stato può farsi carico di una cassa integrazione più grande, ma a patto che gli indiani tornino al tavolo delle trattative, visto che siamo anche disposti a rivedere le condizioni con uno sconto sul prezzo di affitto dell’azienda».