Tutti noi conosciamo bene il successo di una serie di film come quelli de “Il Signore degli Anelli” ad opera di PeterJackson. Un successo planetario che ha fatto portare a casa al regista neozelandese ben 17 statuette d’oro, delle quali 11 solo per il terzo capitolo!
Una vittoria del genere non si verificherebbe neanche vincendo tutte le scommesse calcio dei migliori operatori sportivi ed oggi, nel 2022, i fan delle avventure fantastiche narrate da J. R. R. Tolkien possono addirittura contare su una serie basata sui suoi scritti in arrivo su Amazon Prime Video.
Ma prima di tutto questo enorme successo, del mezzo passo falso con la trilogia de Lo Hobbit e di tutto il merchandising vario ed eventuale, le opere di Tolkien ebbero una genesi piuttosto travagliata. Pare infatti che il Professore negò addirittura i diritti ai Beatles che volevano interpretare loro stessi i personaggi e farsi dirigere dal mitico StanleyKubrick!
Fortunatamente a spuntarla fu Ralph Bakshi (lo stesso autore di Fritz il Gatto) nel 1978 con una sua versione animata, o quasi, dell’opera di Tolkien. Si trattava infatti di una pellicola piuttosto “ibrida” dato che miscelava sequenze animatecon altre basate sul rotoscope con attori reali.
Questa tecnica sperimentale si è rivelata interessante per alcune scene come il prologo mentre per altre, come l’apparizione del Balrog nelle Miniere di Moria o alcune scene con Gollum, non si poté dire lo stesso. Un esperimento comunque quello di Bakshi che è costato all’incirca 4 milioni di dollari e che ha fatto incassare almeno 30 quindi, tutto sommato, poteva andare peggio.
“In un passato molto, molto, remoto, grandi artigiani del ferro forgiarono magici anelli. Nove erano per gli uomini, sette per i nani e tre per i re degli elfi. Ma ad un certo punto, il Maligno apprese la tecnica di forgiare il ferro e fabbricò il più forte degli anelli. Quello che avrebbe dominato gli altri.”
Questa l’introduzione su sfondo rosso che racconta della guerra per l’Anello, del suo “smarrimento” e della sua rinvenuta casuale da parte di due hobbit che stavano pescando sulle placide acque del fiume Anduin. Questi erano ovviamente Sméagol ed il cugino Déagol, ma la gioia del ritrovamento si tramuterà ben presto nell’omicidio del secondo e dell’esilio del primo fino alla sua “trasformazione” nel sinistro Gollum.
Dopo questi eventi sarà Bilbo a recuperare casualmente l’anello e poi, anni dopo, cederlo al nipote Frodo dato che l’ombra di Sauron è tornata a farsi vedere sulla Terra di Mezzo. L’Anello dovrà essere distrutto e toccherà alla Compagnia questo arduo compito tra insidie, nemici ed incantesimi!
Purtroppo, per chi ha visto solo quel film, ci si ritroverà di fronte ad un’opera decisamente “monca”, ma partita con i migliori propositi, la sceneggiatura era molto fedele al libro e le musiche ben azzeccate, visto che le vicende terminano al Fosso di Helm.
Eppure oggi, a distanza di anni, fa ancora “tenerezza” vedere un prodotto di questo tipo. Certo, si sarebbe potuto fare di meglio, ma teniamo conto che erano ancora gli anni Settanta e molte scene della versione di Bakshi sarebbero state riprese da Jackson!